martedì 17 maggio 2011

Racconti gay: Chi cerca trova

Da molto tempo continuavo a pensarci, ma non trovavo mai il coraggio di passare dalle fantasie alla realtà. Di tanto in tanto la voglia diventava talmente forte che mi sembrava di impazzire dalla smania. Quel pomeriggio di giugno comprai un giornale di inserzioni gratuite, così come facevo ormai sempre più spesso, corsi a casa a cercare gli annunci di incontri. Restai come folgorato quando lessi: ”Dinamico, sportivo, attivo, giovanile 50enne cerca ragazzo passivo per..”, era come se avessi trovato quello che cercavo, come se avessi avuto una premonizione. Eccitato come non mai, mi spogliai completamente, mi misi nudo sul letto e decisi di chiamarlo: < Pronto… sono Angelo> dissi; Angelo è il mio vero nome, ma non sapendo bene cosa dire per l’eccitazione, decisi di dire la verità.< …telefono per l’annuncio sul giornale… penso di essere la persona che cerchi !> Mi rispose una voce calma e suadente < Ciao io sono Giorgio.. ma dimmi, raccontami di te...>. La mia eccitazione continuava ad aumentare < Io mi chiamo Angelo ho 33 anni, non ho mai fatto l’amore con un uomo… ma ho una voglia matta di provare, sono completamente vergine…sto cercando un uomo attivo, più grande di me, ben dotato ma dolce, con un bel fisico ma non troppo palestrato… che mi svergini, che mi faccia conoscere i piaceri del suo cazzo… ma che abbia la pazienza di essere il mio maestro… così, se come penso la cosa dovesse piacermi…ed io piacere a te, potresti diventare il mio Stallone..>

come pronunciai queste parole, subito mi pentii. Forse mi ero sbilanciato troppo, forse ero stato troppo esplicito ! Ma Giorgio, mi tolse dall’imbarazzo e riprese con la sua voce calda, che mi stava già ammaliando < Quello che mi dici mi piace… ma raccontami di te… come sei fatto ? Cosa vorresti fare con me ?> Io ormai ero al culmine dell’eccitazione e tra di me pensavo che se quell’uomo fosse stato lì con me per avermi... non avrebbe dovuto far altro che mettermi il suo pene in bocca ed io mi sarei fatto fare di tutto.
Invece, trovai la forza per descrivere il mio corpo e quello che desideravo nei miei sogni. Ciò che gli dissi piacque molto a Giorgio tanto che mi propose di incontrarci la sera successiva, io quasi non credevo alle sue parole, ma cercando di mantenere la calma presi appuntamento e gli dissi come mi sarei vestito per essere riconosciuto. Non so bene come sia riuscito a far passare quella notte e le ore che mi separavano dall’incontrare il mio Stallone.

La sera, comunque, mi feci trovare puntuale all’appuntamento vestito di bianco, con dei pantaloni estivi che mettevano in risalto il mio bel sedere ( che in vero è veramente ben fatto e sodo, ed attira molti uomini) ed una maglietta bianca molto attillata che esaltava il mio fisico, avevo sotto braccio il giornale per essere riconosciuto. Giorgio arrivò alle mie spalle, lo riconobbi per la voce calda < Tu devi essere Angelo… ciao, io sono Giorgio… >. “Mio Dio…”, pensai quando lo vidi, era veramente stupendo, sembrava un Adone greco. Era un bellissimo uomo, un po’ brizzolato ed ancora un po’ biondo, leggermente abbronzato, con un fisico prestante, era più alto di me, la cosa mi piaceva molto. Dall’emozione non riuscivo a guardarlo negli occhi, riuscii, a mala pena, a sorridergli ed a dire < Ciao, sono Angelo>. Lui mi tolse dall’imbarazzo, e mi disse, con la sua voce calda e sensuale < Vieni, andiamo a bere qualcosa...> Io risposi < Si, certo> , così lo guardai negli occhi. Incrociando il suo sguardo capii subito, non solo che mi piaceva da morire, ma che gli ero piaciuto, ed anche molto. Mentre andavamo verso il bar sentivo i suoi occhi apprezzare il mio sedere, pensai “Dio mio gli piaccio davvero”, tra me pensavo che se anche il suo cazzo fosse stato bello come tutto il resto, sarei potuto diventare senza alcun problema il suo schiavo d’amore. Ci accomodammo in un angolo appartato del bar. Lui ordinò un succo di pera corretto con Grand Marnier, io lo imitai, per lui avrei bevuto qualsiasi cosa. Mi interrogò a lungo e mentre parlavo continuava a guardare la mia bocca, dopo capii il motivo. Allora presi il coraggio a due mani e gli chiesi di spiegarmi cosa mi avrebbe fatto. Lui mi rassicurò su tutto e chiarì ogni mio dubbio. Allora, ormai eccitato come non ero mai stato in vita mia, mi avvicinai a lui e gli sussurrai < Ti prego.. portami in un posto tranquillo, dove mi puoi scopare…> non gli diedi modo di ribattere e continuai, con un sorriso sulle labbra < …anche perché, eccitato come sono, se continuiamo a stare qui...io tra poco mi inginocchio sotto il tavolo…ti prendo il cazzo in bocca e il mio primo pompino sono costretto a fartelo qui, davanti a tutti...>. Lui mi guardò negli occhi, sorrise e disse solamente .



Arrivammo alla sua macchina sportiva, mi aprii lo sportello per cercare il contatto con il mio corpo, io capii ed aspettai che il suo corpo toccasse il mio, sentii per la prima volta il suo cazzo duro contro le mie natiche, era enorme, tanto che mi lasciai sfuggire un gemito di piacere. Ormai completamente in balia del mio Adone greco, entrai in macchina, misi la cintura...ma la mia mano andò ad accarezzare quella verga dura. Mi ritrassi subito e supplicai < Scusami…non volevo…>. Ma lui, ormai eccitato come me, mi sorrise e accarezzò la parte interna della mia coscia sino all’inguine. Sentire le sue mani sul mio corpo era l’esperienza più eccitante provata nei miei 33 anni di vita. Arrivammo subito a casa sua, viveva in un bel palazzo, all’attico. Quando salimmo in ascensore una signora anziana entrò con il suo carrello della spesa con noi. Io approfittai subito della situazione e spinsi il mio bel culetto contro quel suo cazzo duro come il marmo, gli piacque.



Entrati in casa, gli chiesi di andare in bagno, volevo rinfrescarmi, dovevo essere perfetto per il mio Stallone. Quando tornai nel salone lui si era accomodato su una poltrona e sorseggiava qualcosa da bere. Io mi avvicinai a lui con calma, e senza dire niente mi spogliai per lui. Volevo che capisse che non scherzavo, che lo desideravo veramente. Misi in mostra per lui il mio bel culetto. Poi, mi inginocchiai davanti a lui e sfiorando il suo cazzo con la bocca… gli dissi < Ti prego...perchè non fai una bella doccia calda e, poi, vieni da me...> Il mio Adone accetto il gioco, andò a fare una doccia e tornò ancora un po’ bagnato con un accappatoio bianco. Allora mi accoccolai ai suoi piedi, mi inginocchiai davanti a lui e iniziai a baciare le sue gambe affusolate, le sue cosce tornite, salii su sino al suo cazzo, “Dio era veramente stupendo, grande, affusolato: il più bel cazzo che avessi mai visto. Ormai ansimavo in preda all’eccitazione. Lo guardai negli occhi e gli chiesi: < Ti prego...posso prenderlo in bocca ?> Lui con un sorriso annuì. Allora lo pregai: Con un gesto dolce e sensuale mi prese con una mano la testa e con l’altra mi mise in bocca quel bellissimo fiore di carne. Io ansimando, iniziai a leccarlo, a baciarlo, a succhiarlo, cercai di ingoiarlo tutto in gola. In verità era enorme e non riuscii, subito nel mio intento. Allora mi dedicai alle sue palle, “Dio mio”, erano turgide e profumate. Continuai allora a leccare quella verga vellutata ed a succhiare la sua cappella rosea. L’eccitazione mia e del mio Adone erano ormai al culmine. Allora, ansimando lo pregai: < Scopami..> lo supplicai < …voglio che mi inculi…>, < ti prego…dammi il tuo cazzo !> Lui si sollevo davanti a me, io a quella vista, ed al pensiero di essere sottomesso dal mio Adone, eccitato come non mai, mi lanciai sul suo cazzo e lo ingoiai tutto tenendomi ai suoi fianchi.

Lui mi sollevò, fece scivolare la sua mano destra sulla mia schiena, prese con la mano la mia natica sinistra e mentre con le dita cercava il mio ano, mi spinse davanti a lui. Io camminavo mezzo passo davanti a lui, e mi facevo guidare dalla sua mano, cercavo di restare calmo, ma quando giocando mi infilava le dita nell’ano, penetrandolo, ansimavo girandomi verso il mio Adone. Mi fece attraversare tutto il salone, entrammo in uno studio, lì scorsi subito una dormeuse, lui capii il mio interesse, ma mi spinse ancora verso la porta di fronte. Mi fece entrare, era la sua camera da letto, la sua alcova. Al centro c’era un enorme letto a baldacchino con le lenzuola rosse. Mi fece salire sopra il letto, prese dal comodino un vasetto con un olio profumato, senza dire una parola mi mise il suo enorme cazzo in bocca e con le dita spalmò l’olio sul mio bel culo. Poi iniziò a giocare con il mio buco, prima lo allargava semplicemente, poi lo penetrò con le dita…prima una… poi due…poi tre. Mi sembrava di impazzire dall’eccitazione, ma mi sforzai e non pronunciai alcuna parola. Poi mi ordinò di spalmare la sua verga con l’olio, io lo assecondai con piacere ma non persi il contatto della mia bocca…scesi solo un po’ giù a leccargli le palle. Allora mi mise prono con il mio culo un po’ alto, mi allargò le gambe e riprese il suo gioco, ma stavolta con il suo bel cazzo. Ormai lo sentivo dietro, stava per scoparmi, dissi con un filo di voce , ma come finii la frase, mi ero già pentito di aver pronunciato quelle parole, in effetti dopo pronunciai tutt’altre preghiere. Ero riuscito a rilassarmi completamente, sapevo di essere alla mercè del mio Stallone, e la cosa mi piaceva, era bello sentirmi sottomesso a quell’uomo. Lui mi penetrò con dolcezza, ma con decisione, sentii tutto il suo cazzo dentro di me, era indescrivibile, pensai che “il mio corpo era stato fatto solo per essere scopato da quel cazzo, Dio…quanto mi piaceva”. Il mio Stallone iniziò a muoversi dentro di me.. persi la cognizione del tempo e dello spazio sino a quando sentii il suo sperma caldo bagnarmi e lui che ansimando veniva sopra di me. Pensai che quella posizione, ed essere dominato così da quell’uomo era il massimo del piacere, in quel momento venni anch’io.

Lui non si fermò, ma mi fece appoggiare le mani sulla pediera del letto, mi mise alla pecorina, allargò le mie cosce tanto da farmi male, e riprese ad incularmi. Io, ormai in preda al piacere, mentre lui veniva, trovai la forza di girare la testa a cercare la sua bocca, gli sussurrai: < Grazie !> e lo baciai. Il mio Stallone sembrava davvero instancabile, continuava a scoparmi in tutte le posizioni ed a suo piacimento. Io, avendo preso coraggio, mi lasciai andare e lo incitavo ansimando:. Questa dolce tortura continuò per ore...sino a notte inoltrata.

Allora, mi portò nel bagno e lì ci lavammo, io mentre finivo di asciugarmi con un telo di spugna bianco mi inginocchiai davanti a lui e gli dissi: così cercai di prendere il suo pene in bocca. Lui si ritrasse ed uscii dal bagno. Fui preso dalla disperazione, come se avessi ricevuto una coltellata, “Cosa ho sbagliato...?” pensai. Lo seguii nel salone, lui era seduto sulla poltrona e teneva nella mano la sua verga, l’oggetto del mio desiderio, e mi sorrise. Allora compresi, e lentamente camminando quasi sulle punte dei piedi, presi il mio posto. Mi inginocchiai a suoi piedi ed allungando la mia bocca verso il suo cazzo domandai: . Lui con voce calda, ma decisa disse: < Devi !>. Senza dire altro, ansimando, iniziai a leccarlo, a baciarlo, a succhiarlo con tutto l’impegno che potevo metterci, volevo che quell’uomo fosse mio a tutti i costi. Continuavo a leccare quella verga vellutata ed a succhiare la sua cappella rosea, a giocarci con la mia lingua. Intanto, pensavo. Pensavo che ero entrato in quella casa convinto di condurre io il gioco, invece le cose andavano come dovevano andare: era il mio Adone che mi scopava con piacere e mi dominava ed io ormai ero il suo giocattolo e mi facevo scopare con vero piacere, “In fondo”, pensai,”Lui e la parte attiva ed io sono la parte passiva del gioco”. Mentre questi pensieri vagavano nelle mia testa, sentii ansimare il mio Stallone e il suo caldo sperma inondarmi la bocca. Parte di quel suo liquido bianco bagnò il suo addome muscoloso, la sua verga e le sue palle…ma una parte di sperma riuscii a tenerla in bocca, con orgoglio gli mostrai la mia lingua e la mia bocca bagnata dal suo sperma caldo, lo ingoiai, questo spettacolo lo eccitò molto. Il sapore del suo sperma era dolce, buono, immaginai fosse la sua ambrosia; pensai tra me “Dio… mi piace anche il suo sperma, non posso certo farmelo scappare, deve diventare il mio stallone da monta, voglio essere il suo amante, la sua puttana…anche a costo di diventare il suo schiavo d’amore, devo fare qualsiasi cosa mi chieda !”. Così, mi impegnai ancora di più, con più passione, ansimando, leccai lo sperma dalle sue palle, dalla sua verga dura, dal suo addome. Lui come se avesse letto i miei pensieri, mi ordinò, allora, di pulirlo con le salviette che erano sul tavolo, io ubbidii con vero zelo, provai piacere anche nel ricevere i suoi ordini ed a sottomettermi a lui.

Decise, allora, di riportarmi a letto, mentre attraversavamo lo studio mi fermai davanti alla dormeuse, lui capii e disse < Stai tranquillo…proverai anche quella !> Pensai “ Dio mio...allora mi vuole davvero…! Sarò ancora suo ! >. Ormai stremati, ci addormentammo tra le lenzuola rosse. Ma il mio sonno durò poco, dopo un pò mi svegliai con il pene duro ed eccitato, quello che stava al mio fianco era il mio Stallone, non era un sogno. Ed io avevo ancora tanta voglia di cazzo…decisi allora di prendere il suo pene in bocca, lentamente scesi giù tra le sue gambe e con la lingua iniziai a leccargli la cappella, poi lo presi in bocca, a quel contatto iniziò a diventare grande, fu bellissimo sentirlo crescere dentro la mia bocca. Il mio Adone, allora, si sveglio, e mi guardò divertito. Io, continuando a leccare il suo bel pene, gli confessai.< Ho ancora voglia di cazzo…di essere scopato...ma se sei stanco…se non ce la fai… mi accontento di farti solamente un pompino…>. Lui sorrise, e senza dire nulla si fece bagnare le dita dalla mia lingua, mi inumidì l’ano, mi penetrò con forza, fino a quando non sentii il suo sperma caldo bagnarmi, ma lui non si fermò, continuò ad incularmi sino a quando stremati, ed ancora con il suo cazzo dentro di me ci addormentammo. Prima di dormire mi dissi < …mio Dio…adesso il mio Adone è diventato veramente il mio Stallone>.