lunedì 9 maggio 2011

Racconti gay: Ezio e la sua storia

Incominciò a togliermi i vestiti, lo fece in maniera asettica, solo quando mi tolse le mutandine per un attimo strusciò la sua guancia al mio sesso e con la lingua inumidì la mia cappella.
Ora scusami un momento, sdraiati pure mi disse alzandosi con fare misterioso avviandosi sculettando verso la stanza degli armadi.

Ero nudo, sdraiato sul grande letto, mi menavo distrattamente il cazzo quando vidi entrare una figura che per un attimo pensai essere la moglie del mio nuovo amico, ebbi un tuffo al cuore.
Camminava su dei sandali con un tacco vertiginoso, le gambe erano fasciate da autoaderenti nere, l’inguine era appena coperto da un perizoma rosso, girandosi mi fece vedere il suo bel culo nudo attraversato solo da un filo rosso che spariva fra le sue chiappe, portava un piccolo reggiseno che gli spingeva in alto il petto e faceva intravedere i capezzoli. Il volto non era truccato ma aveva una parrucca bionda.
Dopo un attimo di smarrimento capii che avevo davanti Ezio e dovevo ammettere che quella sua ambiguità era veramente arrapante.


Salì sul letto, si fermò un attimo ad ammirare il mio corpo nudo poi, sdraiandosi a bocconi, portò il suo viso all’altezza dei miei piedi. Avevo il suo bel culo in primo piano posai la mano su quei due globi morbidi e nello stesso tempo elastici, li accarezzai lascivamente assecondato dal movimento ondulatorio dei suoi fianchi. Ezio incominciò a leccarmi, mi aveva preso fra le mani un piede e con particolare voglia succhiava il mio alluce, lentamente prese a salire, prima le caviglie, il polpaccio. A quel punto mi chiese di girarmi a bocconi, voleva leccarmi l’incavo del ginocchio, per risalire alle cosce fino a che la sua lingua fu sul mio culo .
Con le mani mi tenne allargate le chiappe per permettere alla sua lingua di inserirsi nel solco fino a raggiungere il mio ano che a lungo spennellò per poi tentare di penetrarmi con quella sua lingua puntuta.
Ezio era un leccatore certamente esperto perché, quel suo pellegrinare sul mio corpo, mi dava in continuazione brividi e un languido senso di benessere.
Di nuovo mi fece girare e finalmente aveva fra le labbra il mio scettro, lo leccò e succhiò a lungo per poi continuare la risalita fino ai miei capezzoli che morse e leccò ritmicamente.
Ero immerso in una condizione di benessere che avrei voluto non finisse mai. L’attirai, pieno di riconoscenza, a me, di nuovo fra le mie braccia, gli slacciai il reggiseno, quasi gli strappai il perizoma, ora anche lui era completamente nudo salvo le autoreggenti che lo rendevano estremamente sensuale.
 A lungo lascivamente ci baciammo mentre una mia mano giocava con il suo culo ed il pollice, stantufando, stava piantato nelle sue viscere.


Ancora una volta fu lui a staccarsi dall’abbraccio, scese verso il mio inguine, ricominciò ad insalivare la mia cappella, prese in mano una bella porzione di saliva ed andò a lubrificarsi il suo antro fremente. A questo punto mi salì sopra a cavalcioni con la mano impugnò il mio cazzo e con mossa esperta se lo conficcò nel culo.
Fece solo una smorfia di dolore quando la mia cappella superò per intera lo sfintere, rimase per un momento fermo poi incominciò una lenta danza intorno a quell’asta di carne conficcata nelle sue viscere.
Saliva e scendeva come un abile cavallerizzo che assecondava l’andatura del suo cavallo. Io gli avevo preso in mano i suoi capezzoli e li pizzicavo con tutta la mia forza, sicuramente gli facevo male ma quel dolore, per non so quale alchimia, si trasformava in lui in un infinito piacere.
Sentii montarmi l’orgasmo incominciai a rispondere la suo movimento con feroci colpi di reni fino a che urlando mi scaricai di tutta la sborra che avevo accumulato.
Il cazzo era rimasto duro ed Ezio, sempre più assatanato, continuò a danzarci sopra fino a che, anche lui urlando, mi cadde svuotato sopra il petto.
Ancora una volta mi colpì il fatto che riuscisse a sborrare anche se nessuno gli aveva toccato il suo piccolo cazzo.
Restammo abbracciati semisvenuti per un lungo tempo.
Quando ritornammo in noi eravamo spossati ma felici, Ezio scese dal letto andò in salotto e tornò con due bicchieri e una bottiglia di whisky, posò il tutto sul comodino dalla sua parte e
- Quanto ne vuoi? –
mi disse indicandomi col dito un possibile livello.
- quella misura va bene, però lo voglio allungato anche con semplice acqua del rubinetto -.
Mi guardò perplesso ma andò a prendermi l’acqua. Mi portò la bottiglia e con un sorriso canzonatorio
- serviti! -.
Eravamo tutti e due sdraiati sul grande letto con il bicchiere in mano, per un po’ ci fu silenzio fra di noi, poi
- ci siamo conosciuti biblicamente ma contemporaneamente non sappiamo nulla l’uno dell’altro, la mia vita è stata abbastanza monotona e priva di acuti, anche nel rapporto con gli uomini sono un neofita anche se entusiasta, credo invece che la tua sia molto più interessante, se mi vuoi fare felice vieni fra le mie braccia e raccontamela come una favola -.
-
Ezio venne ad accoccolarsi fra le mie braccia lo strinsi protettivo e lui incominciò il racconto.

- Anch’io per un lungo periodo della mia vita ho represso i miei istinti, la mia famiglia aveva tutti i pregi e difetti di una sana famiglia cattolica e borghese. Il sesso era tabù sono arrivato al matrimonio vergine. Sono stato sempre grassociello, mi piacevano i vestiti femminili ma non avrei mai osato prenderne uno di mia madre.
- Mi sono diplomato ragioniere e grazie alle amicizie di mio padre ho trovato subito lavoro in banca. Anche il mio matrimonio, avevo passato i trenta anni è stato organizzato fra due madri, sensale il parroco.
Anche mia moglie, più giovane di una decina di anni, aveva avuto una rigida educazione cattolica e borghese ed era diventata una efficiente maestrina tutta casa scuola e chiesa.
Ero talmente ignorante in fatto di sesso che non mi ero nemmeno accorto della deficienza del mio sesso che mi era servito fino ad allora solo per pisciare.
Da ragazzo dormendo avevo avuto orgasmi. Quando ne parlai con mia madre mi portò dal prete che mi spiegò che era il diavolo che si stava impossessando di me, che dovevo pregare e comunicarmi spesso per scacciarlo.
I primi anni di matrimonio scorsero tranquilli, montavo sopra mia moglie per il dovere coniugale, i rapporti erano rapidi, in tutti e due c’era la convinzione che questa ginnastica aveva il solo scopo di mettere al mondo i figli.
Quando mi trovavo solo in casa mi riprendeva la voglia di provare i vestiti di mia moglie, però me ne mancava il coraggio e poi i suoi vestiti erano grigi e privi di vita.
Ad un certo punto notai un cambiamento in mia moglie, usciva spesso con due carissime amiche, aveva rinnovato il suo guardaroba, i vestiti erano più colorati e vaporosi ma in particolare mi colpì la biancheria intima, non più i mutandoni informi e i reggiseno copri tutto, tutti e due invariabilmente bianchi. Ora portava una lingeria colorata reggiseno a palchetto che mutandine sempre più mini.
Questo cambiamento non mi scatenò la gelosia ma la curiosità. Ora il suo guardaroba era una continua tentazione per me.


Un giorno che mia moglie era fuori città per un convegno non ressi alla tentazione. Tornato a casa dall’ufficio, fui raggiunto dalla telefonata di mia moglie che mi annunciava che non sarebbe riuscita a rientrare a casa per quella sera, sarebbe stata ospite della sua amica. Mi lasciò il numero di telefono per qualsiasi eventualità.
Ero solo, non resistetti più, andai nella stanza degli armadi aprii quello di mia moglie.
Guardavo estasiato il suo guardaroba poi incominciai a toccare i vestiti.
Ormai ero deciso, nessuno mi poteva vedere, mi spogliai nudo e incominciai a provare la sua biancheria intima. Mi infilavo un pezzo del suo intimo e poi per lungo tempo mi ammiravo allo specchio accarezzando il mio corpo. Quando mi passavo la mano sui capezzoli provavo una sensazione di benessere, provai a pizzicarli e fui attraversato da una scossa che mi scese fino all’inguine e il mio cazzetto si irrigidì.
Fu una serata favolosa, anche se sentivo un senso di colpa per quello che facevo, ero certo che non avrei più rinunciato a quelle dolci sensazioni.


Convissi con questo mio segreto per quasi due anni, appena ero solo scappavo nella stanza degli armadi.
Il desiderio mi rendeva ogni giorno più audace fino a che un giorno, rientrando anticipatamente a casa per un contrattempo, mia moglie mi sorprese seminudo, mentre mi ammiravo allo specchio; avevo in dosso calze autoreggenti, un suo minuscolo tanga rosso e un reggipetto a balconcino.
Ero spaventato, credo di essere sbiancato, ero sull’orlo di svenire, incominciai a farfugliare delle scuse.
Mi aspettavo una scenata ed invece, mia moglie guardandomi, prima scoppiò in una grande risata e poi scrutandomi con sguardo indagatore mi fece girare più volte poi emise la sentenza
- sai, che come donna non saresti proprio male! -.
Ero senza parole, lentamente mi riprendevo dallo spavento ma non capivo il significato di quello che mi aveva detto.

Lei mi prese per mano e mi portò su nostro letto. Io volevo togliermi la sua biancheria ma lei me lo impedì.
Sul letto prese a baciarmi, con la lingua forzò le mie labbra, io ero frastornato perché fino ad allora i baci erano stati casti sulle guance o semplicemente sfiorandoci le labbra, mi accarezzava tutto il corpo, con la bocca scese ai miei capezzoli incominciò a mordermeli e a leccarli. Quel misto di dolore e di piacere mi fece perdere la testa dalla mia bocca uscivano lamenti inarticolati, avrei voluto che non smettesse più.
Ero talmente imbranato che restavo passivo rispetto alla sua dolce aggressione, d’altra parte non avrei saputo cosa fare, mi rendevo conto che la solita visita ginecologica, con il mio piccolo sesso, non era la cosa che lei desiderava.
Finalmente riuscimmo a parlare. Fu lei a cominciare.
- dobbiamo prendere coscienza della nostra natura, io ho scoperto la mia natura ambivalente, ho scoperto il piacere sessuale,che noi non ci siamo mai dati, con le donne. Sono state le mie due amiche che mi hanno insegnato a vivere i piaceri della vita. Se tu non fossi stato così imbranato ti saresti accorto del mio cambiamento, sarebbe bastato guardare il mio vecchio e l’attuale guardaroba. Mi piacciono le donne, quello che mi manca in quel rapporto è la possibilità di essere penetrata. Sogno sia di essere penetrata che di penetrare. Senza offesa il tuo coso non posso considerarlo soddisfacente.
Tenevo per me questo mio segreto per paura di scandalizzarti, ora invece scopro che mio marito aveva un segreto speculare; lui si sente donna.
Da ora in poi, quando saremo soli vivremo liberamente secondo la nostra natura. Ti aiuterò a diventare una femmina desiderabile. Partiremo dalla depilazione, voglio che tu abbia una pelle d’avorio -.
Ero confuso e non sapevo come spiegare i miei desideri mi feci coraggio
- hai ragione a dire che sessualmente sono imbranato, lo sono perché non conosco niente rispetto al gioco d’amore. L’unica cosa che abbiamo fatto insieme è stato il dovere coniugale per avere dei figli, nei nostri rapporti il piacere è sempre rimasto fuori dall’uscio.
Non ti biasimo per le tue scelte e per i tuoi rapporti con altre, ora capisco che è stato giusto che tu cercassi o trovassi quel piacere che io involontariamente ti ho sempre negato. Credo che possiamo dare una svolta alla nostra vita, insieme ci aiuteremo reciprocamente nella ricerca del piacere -.
Si stabilì così fra noi una grande complicità, all’inizio era solo lei che mi raccontava le sue avventure ed insieme sperimentavamo quelle esperienze.
Ormai avevo una pelle levigata come l’avorio, mi era aumentato il seno, avevo preso l’abitudine in casa di muovermi su scarpe dal tacco vertiginoso. Le prime volte ero goffo nel muovermi poi avevo imparato a farlo con grazia e soprattutto avevo imparato a sculettare e la cosa faceva sempre arrapare mia moglie che, una volta che aveva bevuto un bicchierino di troppo, artigliandomi le chiappe mi disse con enfasi
- mi fa impazzire il fatto che non ti posso inculare, sogno spesso di entrarti dentro nelle viscere -.
L’abbracciai teneramente,
- forse anch’io vorrei sentirti dentro di me, ho sentito da dei miei colleghi che esistono degli oggetti di gomma che possono risolvere il problema, ma intanto perché quando facciamo l’amore non impari a penetrarmi con le dita? -
L’invito fu accolto, così ho imparato che quando mi mordevano i capezzoli e contemporaneamente mi violavano il culo io arrivavo all’orgasmo.
Fu per un anniversario di matrimonio che arrivai a casa con un regalo tutto particolare.
Avevo dovuto vincere la mia timidezza per entrare in un Porno Shop. Passai varie volte davanti a quel negozio ma, essendoci qualche passante, mi vergognavo e tiravo dritto. Finalmente non c’era nessuno in vista così mi ci sono infilato velocemente. Mi sono aggirato per quelle stanze come un bambino nel paese dei balocchi.
C’era della biancheria intima che mi fece impazzire al pensiero di indossarla. Ero però lì per un acquisto particolare, volevo un oggetto che permettesse alla donna di avere un suo membro. Parlai vergognoso di quella mia necessità ad un commesso che sorridendo mi fece esaminare diverse soluzioni. Scelsi quella che mi sembrò rispondere meglio alle esigenze di mia moglie. Un doppio fallo di cui una parte era introdotta nella fica mentre con l’altra permetteva di penetrare il partner. Lo strumento si applicava con delle cinghie che lo fermavano alla vita, mentre una striscia passava nel solco del culo per permettere allo stesso di non scivolare durante il suo impiego.
Se dico che lo strumento ha avuto successo direi poco, finalmente poteva dare una completa risposta alla sua doppia natura, finalmente poteva prendere fra le cosce un cazzo delle giuste dimensioni e contemporaneamente poteva sfogare il suo desiderio di penetrare. Le due funzioni erano speculari e tra l’altro lei poteva muoversi senza la preoccupazione di una sborrata precoce come purtroppo avviene spesso con gli uomini.
Questo regalo mi aveva fatto superare definitivamente il Rubicone potevo senza vergogna avere la gioia di essere posseduto, potevo dare sfogo a questo mio inconfessato desiderio dentro le mura domestiche. Come il proverbio che dice che la fame viene mangiando, anche a mia moglie ed a me subentrò l’esigenza di andare sempre oltre.
Per me e per lei significava potere avere a disposizione un cazzo vero. Avevo preso l’abitudine di andare al Porno Shop, sia per acquistare una biancheria intima sempre più puttanesca, sia perché avevamo preso l’abitudine di preparare le nostre serate hard con filmini porno.
La passione di mia moglie erano i film con neri dai giganteschi cazzi che in gruppo violentavano bionde assatanate che contemporaneamente soddisfavano tre quattro di questi bestioni con la bocca, la fica il culo e se serviva anche con le mani.
Questa esasperazione portò mia moglie a cercare fuori di casa nuove avventure, non più solo con le amiche ma sicuramente anche con uomini.
Io non riuscivo ad essere geloso ma sebbene avessi il culo rotto non avevo mai avuto avventure fuori di casa. Scoprii il cinema porno dove ti ho conosciuto. Incominciai a frequentarlo con una certa assiduità, quella atmosfera di degrado e di basso desiderio mi eccitava e finalmente potevo succhiare cazzi veri senza crearmi problemi, quei fantasmi con la luce sparivano.
Questa mia piccola libertà conquistata mi spinse a parlare esplicitamente a mia moglie, in sintesi gli dissi che se lei continuava le sue avventure fuori prima o poi ci saremmo trovati come due estranei.
Era necessario che si ricostruisse quella complicità che per lungo tempo avevamo avuto. Gli dissi con chiarezza che poteva portarsi a casa le sue conquiste ma che doveva dividerle con me.
Fu entusiasta della proposta ed incominciammo i menage a tre. Prima il terzo era un occasionale poi ci fu una lunga storia con un giovane che poteva essere nostro figlio. Era la nostra gioia, lo coprivamo di regali, per l’ultimo suo compleanno gli regalai una macchina. Purtroppo con questa si è andato a schiantare contro un tir.
Soprattutto mia moglie ha accusato il colpo cadendo in una crisi depressiva ed anch’io sono rimasto sconvolto. Mia moglie mi ha accusato di essere responsabile di quella morte. Fra noi è caduto il gelo, il primo a riprendersi sono stato io che mi sono messo in caccia per trovare una persona che potesse riempire il vuoto che si era creato. Ho ripreso con assiduità a frequentare il nostro cinema, ho succhiato una infinità di cazzi ma nessuno mi è sembrato la persona adatta, tutti, finito lo sfogo e avermi riempito la bocca di sborra, in silenzio, si alzavano e se ne andavano.
Finalmente ho trovato te, mi sei subito sembrato una persona diversa, ed eccoci insieme in questo letto. Ti chiedo una cosa ma non darmi la risposta adesso, te la sentiresti di creare un rapporto a tre?
Ero rimasto colpito emotivamente dalla storia che mi aveva raccontato ma giustamente era meglio che avessi riflettuto bene sulla sua ultima proposta.