domenica 10 novembre 2013

Racconti erotici gay: Resoconto Del Fine settimana

Racconti erotici gay: Resoconto Del Fine settimana

È una calda mattina di luglio. La luce che filtra dalla finestra mi sveglia dolcemente. Sbadiglio, stiro le membra riposate e mi volto nel letto. Accanto a me, ancora addormentato, Enrico respira profondamente.
Ieri sera è tornato tardi e abbiamo solo cenato chiacchierando del più e del meno.
Poi siamo andati a letto, riservandoci di raccontarci oggi le nostre avventure del finesettimana.
Con un dito seguo il contorno dei suoi muscoli pettorali, disegno un cerchio intorno al suo capezzolo e scorro giù lungo il fianco. Scosto piano il lenzuolo, ma quello si impiglia in qualcosa. Lo sollevo e scopro la meravigliosa erezione mattutina del mio bello stallone. Il suo cazzo si allunga sul suo ventre superando di tre/quattro dita l’ombelico. Guardo un secondo il suo viso: dorme ancora. Lentamente scendo verso la verga pulsante e la percorro con la lingua dal glande allo scroto. Quella ha un sussulto e la testa di Enrico si gira. Faccio il percorso inverso e, giunto alla cappella, la avvolgo tra le mie labbra.
Enrico inspira a fondo e con la bocca impastata, biascica: “Ehi, buongiorno!”.
“MMMM… buongiorno a te, amore!”, rispondo, dopo aver dato una ciucciatina a quel bel frutto. “Sai, ho visto che alzava la cresta e volevo fargli capire chi comanda…!”, aggiungo sorridendo.
“Ah, sì? E chi comanda?”.
“Io, naturalmente!”.
“Ne sei sicuro?”, e con uno scatto felino viene sopra di me, mi infila una mano tra le cosce e mi penetra con un dito.
“AAAAAAHHHHHHHH!!!”, sospiro.
“Allora: chi è che comanda?”, mi chiede.
“Tu, tu, sempre tu!”, rispondo ridendo. Poi si adagia delicatamente su di me e inizia a baciarmi, accarezzandomi il viso.
“Devi raccontarmi che cosa hai fatto sabato scorso!”, mi dice all’improvviso.
“Sì, certo! Anche tu!”.
“Sì, sì, ma prima tu!”, insiste, leccandomi il lobo e il collo.
“Se me lo chiedi così non posso che cedere! Dunque: abbiamo fatto una gangbang. Mi hanno scopato in sei”, e il cazzo di Enrico si indurisce ancora mentre scorre tra le mie chiappe. “C’erano due fotomodelli bellissimi e giovanissimi e due energumeni muscolosi.
I primi erano colleghi di Faruk, il piccolo. Gli altri due erano soci di Ahmed, il fratello più grande. Subito dopo le presentazioni Ahmed mi avvinghia a sé e comincia ad infuocarmi e, quando sono abbastanza eccitato, mi fa inginocchiare per succhiare i cazzi dei suoi amici”.
“MMMMM, che puttanella che sei! Sei la mia puttanella!”, sibila Enrico, mentre mi tortura un capezzolo.
“Ah… mmmm… allora… ah… ho iniziato a fare pompini a tutti, ma quando arrivo al cazzo del socio brasiliano di Ahmed, ho uno shock: era enorme!”.
Enrico solleva il capo e, curioso, mi chiede: “Più del mio?”.
“Oh, sì! Di più! Quando l’ho preso in 
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bocca ho avuto la sensazione che mi si slogasse la mascella! Comunque, ho spompinato facendo il giro di tutti un paio di volte e poi Ahmed mi spinge sul divano per farmi scopare a turno da tutti loro. Inizia il modello rosso: un cazzetto insignificante. Intanto, l’altro modello mi stantuffava in bocca e gli altri si facevano masturbare da me. I due turchi invece stavano a guardare”.
“Quindi, hai manovrato quattro cazzi contemporaneamente? Chissà come godevi!”, mi fa Enrico e si attacca all’altro capezzolo.
“Oh, cazzo! MMMMM! S… sì… godevo tanto, proprio come adesso…!”, gemo. “Il rosso ha sborrato subito e così anche l’altro modello… AAAHHHH!!! Sì, mordilo così, amore!!!”.
“Racconta, dai!”, mi esorta Enrico.
“Il primo energumeno ha voluto scoparmi a smorza… uff!... a smorzacandela. Mi sono impalato sul suo cazzo bello tosto e l’ho fatto morire di godimento”.
“Ah, posso immaginarlo. Guardarti in quella posizione mi eccita sempre un casino!”, mi rivela Enrico, tornando a leccarmi il primo capezzolo.
“Oh, merda! Così mi fai impazzire… MMMMM… Qua… oh!... quando stava per venire mi ha fatto mettere in ginocchio e ho bevuto tutta la sua sborra calda: ne aveva una quantità infinita…”.
“… e tu l’hai bevuta tutta, vero? Sei insaziabile da quel punto di vista!”, mi precede il mio stallone.
“S… sì… tutta… tutta…”, ansimo, e lui scende lungo il mio fianco, mi solleva una coscia e si intrufola con la lingua nel mio solco. “Sai… mmmm… ho avuto il mio primo orgasmo orale… ahi!”.
“Che cosa? Orale?!”, mi chiede stupito, dopo avermi morso una chiappa.
“Sì, è pazzesco, ma tutta quella sborra mi ha mandato in estasi ed il mio corpo ha reagito come quando ne ho uno anale. Sai cosa intendo, no?”.
“Oh, sì che lo so!”, e ripiomba tra le mie chiappe aprendomi le gambe.
“Ero così eccitato che dopo mi sono steso sul divano, ho aperto le cosce e mi sono fatto sbattere dal brasiliano. Non ho provato alcun dolore e ho goduto come una vacca, nonostante le dimensioni della sua mazza!... Amore… mmmmm… ma cosa fai con quella lingua… cazzo… mi fai impazzire… mmmm…!”.
“Continua! Non distrarti!”.
“Naturalmente, la dilatazione che mi ha provocato quel palo mi ha fatto arrivare al piacere estremo. Come succede sempre, anche lui è rimasto perplesso e ha avuto paura, ma Ahmed lo ha rassicurato e abbiamo goduto tantissimo!”.
Enrico si solleva in ginocchio sul letto.
Il suo cazzo punta dritto al mio buco. Si avvicina e lo appoggia alla rosellina iniziando a strusciarlo contro. Un colpo secco ed è dentro di me.
“Ti ho detto di continuare a raccontare!”, mi ordina.
“Oh… oh… oh… s… sì… ok… uff!... P… poi… poi mi hanno scopato I turchi…. Ah no, aspetta… Oddio, amore! Così non è facile…”, protesto mentre si muove lentamente dentro di me ed io sento ogni centimetro del suo cazzone.
“Prima li ho spompinati e anche loro si sono succhiati il cazzo a vicenda”, proseguo e questo dettaglio fa eccitare Enrico, tanto che la sua verga si ingrossa ancora. “Oh, amore, ma sei enorme!”.
“Dai, dai! E poi?”.
“P… poi mi sono impalato sempre a sm… uff… a smorzacandela su Faruk…”.
“Ma chi? Quello dei trenta centimetri?”, mi chiede.
“S… sì”, rispondo e lui mi sbraga lo sfintere con un affondo da paura.
“Di nuovo l’hai preso! Ma sei fantastico!”, si complimenta.
“Anzi, visto che non riuscivo a mettermelo tutto dentro, i due soci di Ahmed mi sollevavano e mi facevano ricascare su quel palo, abbandonandomi di colpo. Così mi entrava tutto… AAAAAAHHHHHH!!!”, ed Enrico ripiomba pesantemente dentro di me. Il mio racconto lo sta facendo infoiare non poco e il suo cazzo pulsante mi sta aprendo in due.
“E poi, e poi?”.
“MMMMM… dopo… oh!... dopo Ahmed si mette davanti a me e mi penetra mentre ho ancora la mazza del suo fratellino in corpo… ODDIO, ODDIO, ODDIO, ENRICO! Ma cosa mi fai?”, e mi sbatte con tre colpi secchi. Il mio corpo inizia a vibrare, ma lui si ferma e tiene la mazza dentro di me solo per metà.
“Continua!”, mi impone.
“Non posso… sta arrivando…!”.
“No, tranquillo! Ancora no! Dai, continua!”.
“Uff!... Qua… quando comincia ad arrivarmi l’orgasmo anale, alla prima convulsione, i due turchi si tirano fuori improvvisamente e mi scopano prima l’uno e poi l’altro. Il mio sfintere non si richiudeva più… Oh… Oh… OOOOOOOHHHHHHHHHHH!!!!”.
“No, amore. Resisti, voglio sapere tutto”, mi fa Enrico ed il suo cazzo fermo pulsa in me stimolandomi tutti i nervi.

“Il mio buco non si chiudeva più… e… e… e allora mi hanno penetrato di nuovo insieme… oh caaaaazzooooo!!!”, e uno spasmo violento mi fa sussultare verso Enrico e mi apro improvvisamente. Mi aggrappo a lui e lo stringo tremando. “Il mio culo si restringe e gli strizza le verghe… uff… uff… uff…!”.
Una convulsione e avvolgo il cazzo di Enrico con le mie viscere. “OOOOOOOOOOHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!! Eccolo, amoreeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!”.
“No, no… e poi?”, insiste ancora.
“E poi esplodono dentro di meeeeeeeeeeee!!!!!!!!!”, urlo per le convulsioni sempre più frequenti che mi mandano in orbita. Enrico riprende a sbattermi e a godersi la masturbazione che i miei muscoli gli stanno facendo.
“Vengo amore, vengo! Dove la vuoi? La vuoi in gola, vero? Sei assetato, eh?”, mi chiede in preda all’orgasmo.
“Sì, sì, in go… o… o… olaaaaaa!!!!!”, e con uno strattone mi dilania il culo, mi lascia cadere sul letto e si porta velocemente davanti al mio viso. Mi tura il naso, io spalanco la bocca continuando a gemere e ansimare ed il suo caldo succo inizia ad irrorarmi le fauci.
“Bevi tutto, amore! Tutto, così! È buono, eh?”, e mi infila la mazza in bocca, scopandola. Io annuisco e ingoio voracemente. Il godimento dal bacino sale verso la testa: le mie papille gustative stimolate dal sapore acre della sborra di Enrico mi donano altro piacere e alimentano e accrescono il precedente. All’orgasmo anale si sta unendo quello orale. Il cervello mi sta scoppiando e le mie membra sono scosse violentemente.
Mugolo sonoramente. Spalanco gli occhi e guardo Enrico che sembra preoccupato. Devo ammettere che questa orgasmo è davvero potente, ma è solo piacere e quindi me lo prendo tutto.
Quando mi calmo, continuo a lappare il cazzo sporco di Enrico, mentre una lacrima mi solca la guancia. Lui si china e me la lecca via.

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Foto Orgia di Cristiano Ronaldo nella capitale italiana

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Racconti erotici gay: Mio cognato

Racconti erotici gay: Mio cognato
I miei cognati abitano al mare ed ogni estate andiamo a trovarli. Solo che loro lavorano, poichè le ferie le hanno d'inverno e quindi si sta insieme solo dopo le 17.

Un mattino, prima di andare a lavorare in officina meccanica, lui mi vede sveglio, in cucina di fronte ad un caffè, e mi dice: "Il mio pc portatile è molto lento, riesci a dargli un'occhiata? Il mio amico Paolo non è riuscito a migliorarne le prestazioni". E' il mio lavoro, quindi penso che nel pomeriggio proverò a risolvere il problema.
Ci diamo appuntamento alle 17 a casa. Nel pomeriggio mi occupo del pc portatile. Noto che ha installato due browser web, uno dei quali non ha l'icona visibile sul desktop. Lo cerco nella cartella programmi, lo avvio e vedo come si comporta. Dopo un bel po' di lavoro, dò un'occhiata alla cronologia e... mi accorgo che quello è il browser usato per andare sui siti pornografici. Solo che... ti sei dimenticato di fare un po' di pulizia, caro mio cognato!
Inizio a guardare cosa, negli ultimi 20 giorni, ha visionato. Noto che si limita a due siti, ma... quello che mi balza agli occhi sono le categorie esplorate: sono video di "facial", "swallows", "cumshots", "huge loads", "cum on belly". Penso: "Guarda il porco, gli piace vedere femmine che si fanno schizzare dappertutto!"...
Ne guardo alcuni... Veramente notevoli e il mio "coso" si muove dentro i boxer... Piacciono anche a me quelle cose, ma non da attivo... Da passivo...
Alle 17 ci si ritrova a casa. In attesa di andare sotto la doccia, mio cognato mi chiede: "Sei riuscito a guardarmi il pc?". "Certo, ora va che è una meraviglia". "Qual era il problema?". "Vincenzo, guardi troppi filmati porno, lo sai che creano un sacco di problemi di vulnerabilità al pc". Sorride e poi dice "Vado a fare la doccia, poi usciamo per l'aperitivo".


Mentre lo aspetto, l'uccello mi si tende nelle mutande. Siamo solo io e lui, le famiglie fuori al mare e so che quello che gli piace fare è ciò che vorrei che gli uomini facessero a me. Mi distraggo con la tv, poi sento l'acqua chiudersi e mio cognato uscire dal bagno in accappatoio nero: si siede vicino a me sul divano. "Vedi, con Elisa faccio poco sesso.
Il lavoro, i bambini... insomma, non la tradirei mai con un'altra donna ma... sono sempre arrapato". Annuisco, lo faccio anche io, ma le seghe me le faccio guardando video di grossi cazzi...
A quel punto non ci ho pensato... L'ho fatto è basta. Sapevo che le conseguenze potevano essere enormi ma... è stato un istinto: ho fatto scivolare la mano sulla sua gamba bagnata, con i peli ancora tutti appiccicati alla pelle, fino ad arrivare a toccargli il pene. "Che cazzo fai? Sei mio cognato!". Aveva ragione. Ma ormai non potevo tornare più indietro. "Zitto, Vincenzo, zitto". Mentre con una mano gli tengo il cazzo, con l'altra slaccio l'accappatoio e lo vedo svettare teso come una mazza. Non è enorme, è abbastanza lungo, stretto in punta per allargarsi piano piano. Poggia su una base irsuta di peli neri arricciati: l'odore di bagnato e pulito mi fa andare il sangue alla testa.
Vincenzo si gode le mie carezze, lente. Poi con le due mani mi prende la testa e me la avvicina al pene. Io allargo le labbra e lo faccio entrare dentro di me. "Sei una troietta, chi lo avrebbe mai detto, ora succhialo"... inizio a passargli le mani sul petto, sposto l'accappatoio che ormai è quasi scivolato via... Ha 41 anni e se li porta benissimo... Sento le sue cosce che si tendono dal piacere. Succhio, scivolo su e giù e nel frattempo mi aiuto con la mano. Non ci va molto per portarlo al piacere... "Togliti, perchè sto per venire", mi dice. Ma io non ci penso nemmeno! Sono davanti ad un uomo che conosco bene, bello, sano, voglioso, arrapato, che mi schizzerà addosso, non ci penso proprio a togliermi! E per farglielo capire, aumento il ritmo della succhiata. 


Lui comprende e sorride, chiudendo gli occhi. Solo che... mi sorprende! Il primo schizzo arriva senza un gemito, senza un sussulto e mi finisce in gola, dandomi la sensazione di soffocare. Lui con le due mani mi blocca la testa contro il suo pene. Gli altri schizzi li controllo con la lingua. Il suo sperma è amarissimo, abbondante ma non troppo. Fa cinque o sei schizzi, poi si lascia abbandonare sul divano. "Mi hai fatto impazzire, dove hai imparato a fare queste cose?". 
Non rispondo, ma anche lui mi ha fatto impazzire. Ho il suo seme in bocca, lo rilascio cadere sulla sua pancia. "Lecca la sborra e ingoiala", mi ordina. E io con la lingua ripasso sulla sua pancia, faccio lo slalom tra i suoi peli, bagnati si ma di sudore, e ne ingoio quanto possibile. Mi rialzo e adesso la doccia la devo fare io, per quanto sono sudato dal caldo e dall'eccitazione.
Ma quando mi alzo, Vincenzo mi tira verso di se e mi infila la lingua in bocca... Mentre una mano mi esplora il culetto. Il mio cazzo, nel frattempo, mi ha bagnato abbondantemente le mutande. "Stasera magari racconti ad Elisa come si fa a fare un pompino con i fiocchi e ad ingoiare", scherza lui.
Tutto questo però finisce in fretta: sentiamo l'ascensore fermarsi al piano ed un vociare di bambini. Stanno tornando! Lui si chiude in camera, io in doccia. "Eccoci!". Mentre tutti rincasano, io, con l'acqua aperta, mi procuro un momento di piacere, con una divina sega, raccolgo il mio seme in una mano e, come sempre, lo ingoio, facendomelo colare sul mento e sul petto.
Alla prossima... cognatino mio.

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