sabato 16 aprile 2011

Racconti gay: Il Commesso

22 anni, alto, fisico asciutto, non troppo muscoloso, questo sono io. Corteggiato da ragazze di tutte le età, compresa qualche bella signora 40enne. Non potevo certo lamentarmi.

Non ho mai nascosto la mia parte femminile, e devo proprio a questo il mio successo con le donne. Sono capace di ascoltarle, leggo le loro riviste e so tante cose sul mondo femminile.

Ho uno spiccato senso per la moda, sia quella femminile che quella maschile, mi vesto sempre alla moda e so dare buoni consigli alle ragazze, adoro fare shopping con loro, anche perché capitava qualche volta di fare sesso nelle cabine di prova.

Da alcuni anni frequento un Factory Store dove vendevano abiti firmati scontatissimi,delle mie parti, soprattutto il negozio di Versace dove conosco alcune commesse, una delle quali mi sono anche scopato.

Grazie a queste conoscenze venivo sempre a sapere quando arrivava la merce nuova, prima che venisse pubblicizzata sui giornali. Era un Lunedì mattina quando arrivò una telefonata sul cellulare che mi avvisava dell’arrivo della nuova collezione.

Con una scusa lasciai l’ufficio e mi recai direttamente nel negozio, ancora chiuso al pubblico.

Ad aprire venne Marzia la direttrice del negozio in compagnia di Luca il nuovo responsabile per il settore uomo. Era un bel ragazzo biondo con dei grandissimi occhi verdi, indossava una paio di pantaloni satinati neri e un maglione a callo alto color crema. mi sembrava un po’ effeminato ma in modo molto discreto.

Marzia fece le presentazioni e gli chiese di accompagnarmi per vedere quanto era arrivato. Mentre camminava davanti mi sorpresi a guardargli il culo e ne rimasi perlomeno stranito.

C’era veramente una montagna di vestiti, arraffai avidamente jeans, pantaloni, pullover, magliette, biancheria intima, giacche…di tutto.

Dopo una mezz’ora avevo finito di provare tutto e scelsi 2 paia di pantaloni, 2 camicie, 1 giacca e diversa biancheria intima, sempre con la supervisione di Luca, molto interessato e capace a consigliarmi per il meglio.

Stavo per rivestirmi quando Luca allungò la mano nel camerino e mi porse una paio di pantaloni in pelle color carne, molto aderenti.

- Non è il mio genere – dissi –
- Dai provali – vedrai che ti staranno a pennello – disse Luca

Titubante li provai, notai subito che avevano una chiusura stana, laterale, tipica degli abiti femminili, chiusi con qualche difficoltà la cerniera e il bottone. Effettivamente Luca aveva ragione mi stavano a pennello, anche il maglione che indossavo era perfetto.

Mentre mi rimirai nello specchio sentii uno strano senso di eccitazione pervadere il mio corpo e il mio cazzo si stava ingrossando.

Luca aprì di colpo la tenda
della cabina e mi guardò da cima a fondo. Vide sicuramente il gonfiore del mio pacco, dato che i pantaloni erano attillatissimi.

Senza proferire verbo, chiuse la tendina, mise la mano sul mio pacco e mi baciò sulle labbra cercando di introdurre la sua lingua nella mia bocca. La mia reazione fu, come se fosse una cosa naturale, quella di aprire la bocca e lasciarla entrare a cercare la mia.

Le sue mani fecero ancora più pressione sul mio pacco, che ormai mi doleva, stretto dai pantaloni e dal perizoma. Non avendo la cerniera davanti, non era nemmeno così facile liberarlo, ma Luca con facilità aprì il bottone e la cerniera laterale, si chinò e fece scendere i pantaloni all’altezza delle ginocchia.

Il contatto con la pelle mi fece eccitare ancora di più, Luca scosto il perizoma e accarezzo il mio membro con delicatezza, mentre io gli accarezzavo i capelli. Dopo alcuni istanti iniziò a leccarmi il cazzo arrivando a baciarmi le palle completamente depilate.

Non riuscivo a trattenere i gemiti di piacere, nessuna donna era riuscita a farmi godere così tanto, senza nemmeno averlo ancora preso in bocca, come se mi avesse letto nel pensiero lo prese in bocca, il mio non è lunghissimo ma grosso, ma la sua avidità di cazzo era insaziabile e lo succhiò in modo divino.

Gli sborrai in bocca neanche dopo un 1 minuto non ero riuscito a trattenermi, il miglior pompino della mia vita.

Luca ingoiò quasi tutto, ma ne tenne un po’ in bocca e mi baciò, passando nella mia il mio sperma, che per la prima volta assaggiavo.

Mi prese per le spalle, mi fece girare e appoggiare con le braccia al muro, baciò il mio collo, la mia spina dorsale, mentre con la mano massaggiava le mia chiappe sode. Con un dito ispezionò i solchi e si appoggio con lo stesso al mio buchino vergine. Provò a spingere e riuscì ad entrarvi facilmente, non sentivo nessun dolore. Poi introdusse un secondo dito, questa volta ebbi uno scattino di dolore.

Con la lingua seguì la colonna vertebrale arrecandomi un sussulto di godimento, arrivò al mio culo e lo insalivò per bene. Le dita ora entravano più facilmente e il dolore era diminuito. Spinse la mia schiena verso il basso, appoggiò il suo cazzo davanti al mio orifizio anale e lo spinse dentro, piano.

Mi morsicai un labbro per non urlare di dolore, ma lui non se ne accorse, o non volle accorgersene, e continuò a spingere, mi sentivo squartare in due, quando sentii le sue palle sbattere contro le mie capii che era dentro tutto. Si fermò qualche secondo prima di tirarlo fuori del tutto per poi rimettermelo dentro in un colpo solo.

Il dolore stava trasformandosi in piacere. Dopo la terza volta ormai ero fatto, volevo essere scopato come una troia, glielo dissi e lui non si fece attendere, affondò dei colpi secchi e precisi, ogni colpo mi procurava un orgasmo. Nel mentre mi masturbavo con violenza

Ad un certo punto sentii Luca ansimare più forte, dopo alcuni secondi inondò il mio buco con la sua calda sborra mentre io svuotai la imbrattando il muro della cabina.

Ancora appoggiato al muro sentii Luca tirarsi su i pantaloni ed uscire dalla cabina.

Rimasi li fermo, imbambolato, con il cazzo a penzoloni, ancora leggermente eretto, lo rimisi a posto nel perizoma, tirai su i pantaloni e uscii dalla cabina.

Arrivai alla cassa pronto per pagare, cercai Luca, ma di lui non c’era traccia, non c’era nemmeno Marzia ma solo una sua commessa, che non conoscevo, deluso le chiesi il totale.

- E’ già stato pagato tutto dal Sig. Luca, anche i Pantaloni che indossa.
- Ma è troppo per un semplice commesso –
- Perché Commesso ? – Il Sig. Luca è il nostro miglior cliente ed è il cugino di Marzia

Quella gran zoccola di Marzia mi aveva teso un tranello e sicuramente si stava facendo raccontare per filo e per segno la nostra scopata.