Alla soglia dei vent’anni non avevo ancora avuto rapporti sessuali completi con un uomo.
Alcuni episodi negli anni mi avevano scombussolato la sessualità e mi avevano portato ad essere curioso e a fantasticare sui cazzi con sempre maggiore intensità e frequenza. Ricordo come se fosse ieri di alcuni pomeriggi in cui io e un mio amico di studi, cominciammo a tirare fuori i piselli un po’ per gioco un po’ perché si era sempre eccitati e che invece di studiare ci prendevamo un po’ di tempo e ci scappellavamo i cazzi, dedicando le seghe a ragazze e donne che ci piacevano.
Ad ognuno il suo, poi si cominciò a toccare e giocare ognuno con quello dell’altro, con imbarazzo si’ , ma con crescente eccitazione arrivarono le prime sborrate per mano di un’altro e da lì in poi fu impossibile farne a meno. Appena ci trovavamo a casa di uno o dell’altro e casa era libera ci si metteva subito comodi, ci si toglieva pantaloni e slip e si aprivano le danze. Quando c’era gente in casa ci si metteva seduti alla scrivania con le patte aperte e i piselli fuori e li si faceva sborrare facendo attenzione di non farci beccare. Doveva restare un segreto tra noi il darci piacere uno con l’altro. Mi venne da fare una proposta che voleva essere una specie di patto tra noi.
Proposi che dopo aver sborrato, avremmo assaggiato con la bocca un po’ di sperma del nostro godimento come in una sorta di rituale.
Raccolsi una bella goccia del mio liquido sulle dita e glielo portai alla bocca, lui chiuse gli occhi la assaporo’ e la degluti’. Poi fu il suo turno, chiusi gli occhi, lui mi fece reclinare un po’ la testa all’indietro e mi fece andare in bocca tutto lo sperma che aveva eiaculato. Avvertii subito che non era una goccia, ma bensì tutta la sborrata che gli era uscita. La assaporai stando al gioco, lo fissai poi negli occhi e Ingoiai tutto molto serenamente.
Lui conobbe una ragazza di lì a poco e mi disse chiaro e tondo che quella parentesi tra noi era chiusa e che lui si sentiva etero. Ci rimasi male rimuginai sul fatto che se fossimo andati oltre sarebbe stato tutto più bello, che il suo succo avrei dovuto assaporarlo direttamente in bocca dopo delle belle ciucciate di cazzo e che avremmo dovuto sostituire le seghe provando a sentire come era mettercelo nel culo. Cominciai a desiderare fortemente la penetrazione, preso da un impulso implacabile valutai di utilizzare la estremità vagamente fallica e a cuneo della sponda del mio letto.
In piena notte, non riuscivo a dormire, mi ungevo il buco e in modo un po’acrobatico posizionavo il mio buco sopra quell’enorme affare in legno pieno e lucido. Dopo quattro, cinque centimetri il cono si inizia ad allargare notevolmente. Io andavo su e giù e nell’affondo lasciavo che il mio peso facesse si che il cuneo allargasse un po’ il mio buco. Tutte le notti facevo lo stesso gioco e ogni sera che ripulivo il cuneo mi accorgevo che arrivavo sempre più in profondità e conseguentemente con sempre maggiore dilatazione. Alcune notti forse esageravo e più mi aprivo il culo e più lo avrei aperto, restavo seduto sulla dilatazione del mio buco e con pochi movimenti sborravo mentre il cazzo restava moscio e le contrazioni facevano entrare ultimi millimetri infilabili.
Una situazione sulla quale cominciavo a fantasticare riguardava Giorgio. Giorgio era un mio cugino di secondo grado di 30 anni anche amico di famiglia, aveva avuto dei problemi con la sua i famiglia e con la quale non aveva quasi più rapporti.
Lo conoscevo da sempre, il pensiero che avrebbe potuto e voluto giocare con me mi era venuto dopo aver origliato una storia che mi fece capire tante cose. Tanti anni fa erano stati beccati lui ed un’altro uomo nelle cantine del palazzo dove abitavano in atteggiamenti equivoci e comunque con le braghe calate, fu proprio la madre a beccarli. La madre di Giorgio quando apri’ quella porta non li trovo’ solo con le braghe calate, ma suo figlio era inginocchiato su un divanetto con le mani che gli dilatavano le chiappe mentre il condomino gli affondava energicamente l’uccello nel culo.
Non riuscì a nascondere del tutto lo “scandalo” ma disse al marito che suo figlio stava guardando riviste porno assieme ad un uomo. Dunque il tutto passo’ bugiardamente per una cosa da ragazzi.
Una sera gli dissi che volevo parlargli e confidargli alcune cose che forse solo lui poteva capire. Come potete immaginare gli chiesi riservatezza e gli parlai dei miei pomeriggi di “studio” assieme al mio amico. Dopo averlo un po’ spronato anche lui mi parlò di quello che gli era capitato di fare diversi anni fa’, accennando al fatto che anche lui aveva giocato con un’altro uomo.
Io chiedevo dettagli e lui ne chiedeva a me e raccontammo l’uno all’altro quei momenti rivivendoli. Mi disse che aveva cominciato anche lui con le seghe, ma che il suo uomo dopo un paio di incontri comincio’ a farsi sbocchinare e che aveva coinvolto anche un’altro uomo piuttosto maturo che, avrebbe dovuto fare da palo ma che era un gran porco e invece partecipava. Mio cugino raccontava che in quei momenti si sentiva di entrare in uno stato di trance e faceva tutto quello che gli chiedevano e gli dicevano di fare. Lo iniziarono ad inculare diversi mesi prima di quando sua madre li becco’. I nostri reciproci racconti ci avevano eccitato, io confessai quello che facevo penetrandomi con il cuneo del mio letto e del mio desiderio di provare un rapporto completo.
Forse avevo fatto centro, aveva una erezione in atto e la mia richiesta implicita di essere penetrato aveva colpito nel segno.
Mi alzai in piedi e mi misi in ginocchio su una poltroncina, abbassando un po’ i pantaloni della tuta, poi gli dissi con aria innocente e provocatoria “Quindi tu ti mettevi in ginocchio e ti tenevi le chiappe cosi…?” Lui si alzò, capi che già sapevo della sua storia “Si, poi mi slinguavano il buco” e così fece per diversi fantastici secondi “poi un bel po’ di saliva, un paio di dita e poi…” Piantò la cappella, il mio buco allenato si allargò facilmente e io lo sentii entrare. Mi diceva che avevo un culo fantastico, io gli dissi di continuare e che mi piaceva. Stavo facendo ciò che mi è sempre piaciuto…far godere i cazzi.