Entrai nello studio del dottor F. dopo un’attesa di circa venti minuti. Dovevo sottopormi ad una visita urologica di controllo. Semplice e poco illuminato si presentava come un ambulatorio da ASL. Lo stesso dicasi per il dottore: di media altezza, calvo con i baffi e con un camice aggrinzito non gli avrei dato più di un semplice incarico presso la mutua.
Dopo la solita anamnesi di rito, mi invitò a recarmi presso il lettino per l’esame della prostata con l’apposita sonda mentre lui si infilava un paio di guanti in lattice.
-Si abbassi i pantaloni e gli slip. Si stenda sul lettino di pancia, allarghi le gambe e stia rilassato.
Mi era successo solo una volta di eccitarmi durante una visita urologica anche perché si era sempre trattato di avere a che fare con medici di sesso maschile e di una età avanzata: in quell’occasione lo strofinare della sonda ecografica cosparsa di gel sui testicoli mi aveva provocato una semi-erezione alquanto imbarazzante.
Ora nello studio del dottor F., quella strana posizione e il pensiero di cosa mi aspettava cominciava a provocarmi un certo formicolio nelle zone intime che presagivano una nuova situazione particolare.
Lunga una ventina di centimetri, la sonda aveva un diametro di circa un centimetro e mezzo: il dottore aveva estratto un vasetto di gel da un cassetto e cominciava a lubrificare l’asta.
Chissà quali pensieri avevano attraversato la mente dell’uomo alla vista del mio sedere: da quando avevo scoperto che i glutei costituivano degli importanti stabilizzatori della colonna vertebrale e quindi della postura, avevo curato molto questa parte del mio corpo con esercizi giornalieri suggeriti da riviste di fitness.
Tutto questo con il risultato che il dottore si ritrovava ora davanti ad un culetto sodo, alto, direi quasi atletico.
Sentii una mano poggiarsi alla base della mia schiena.
Stia rilassato disse nuovamente il dottore mentre con un dito intriso di gel lubrificava in superficie l’ano e i suoi dintorni.
Il formicolio iniziale aveva lasciato il posto ad un vero e proprio inzio di erezione.
La punta della sonda era stata appoggiata sul mio sfintere e cominciava a farsi strada lentamente nelle mie visceri.
Senza poter osservare la penetrazione, riuscivo a percepire con precisione l’incremento della penetrazione: tre, cinque, dieci, venti centimetri.
Quando la sonda si fermò avevo il cazzo completamente in tiro e il viso infuocato mentre lo sfintere che inizialmente serrava l’asta ora aveva ceduto, avvolgendola morbidamente nei pressi del manico.
-Qui sembra tutto a posto- disse il dottore con un tono di voce imperturbabile mentre sfilava lentamente l’arnese dal mio culo. –Rimanga così- aggiunse mentre mi riprendevo dalla situazione che ormai si presentava come realtà sfumata.
D’un tratto senti qualcosa poggiarsi nuovamente sul mio ano, qualcosa che intuìì essere il suo dito: di diametro più grosso della sonda apparteneva ad una mano tozza e massiccia.
Fortunatamente le manipolazioni del medico erano molto delicate: fermò la penetrazione alla prima falange dando il tempo al mio buchetto di adattarsi alla nuove dimensioni per poi affondare i dieci centrimetri nel burro più arrendevole.
Iniziò a massaggiarmi la prostata con un movimento circolare del dito che dopo pochi secondi provocò i miei primi impercettibili gemiti di approvazione.
La sua conoscenza dei tempi e dei segnali mandati dal mio corpo era strabiliante. Fu dallo stato di tensione del mio corpo che capì che ero ormai prossimo all’orgasmo: probabilmente aveva in serba un’altra sorpresa per me, in quanto sfilò delicatamente il grosso dito lasciandomi con un’affanno ormai evidente.
Rimasi immobile in quella posizione: l’imbarazzo dovuto agli evidenti segni di eccitazione presenti sul mio corpo e l’inconscio desiderio di abbandonarmi a quella situazione surreale, avevano ammorbidito le mie forze e il mio senso del pudore.
Ero piegato su lettino di quell’ambulatorio, con il culo sfacciatamente sporgente e il buco pulsante e ormai preparato a ricevere qualcosa di più importante.
Il rumore della lampo e il tintinnio della fibia non mi lasciarono dubbi.
Dopo pochi secondi la cappella si poggiò sullo sfintere e cominciò a incanalarsi senza incontrare molta resistenza: lo stronzo aveva fatto un lavoro coi fiocchi alesando gradualmente il mio culo prima con la sonda e poi con il grosso medio in modo da scoparmi senza farmi soffrire e godendo appieno dell’abbraccio caldo del mio culo vergine.
Avevo già provato altre volte a masturbarmi con un cetriolo nel culo senza riuscire però mai a capire il piacere intenso di un rapporto anale passivo come stava accadendo ora.
Non avevo visto il suo cazzo, ma il contatto con le mie visceri aderenti non lasciava spazio all’immaginazione: lungo quanto la sonda e più grosso del dito, si trascinava due grosse e calde palle che sbattevano sulle mie chiappe.
Il dottore con le mani sui miei fianchi stantuffava con ritmo lento e regolare e si lasciava andare ai primi mugolìì di approvazione.
Il piacere era talmente intenso da diventare insopportabile: impugnai il mio cazzo duro allo spasimo e con poche smanettate sfogai un orgasmo intenso, mai provato sinora, sotto il lettino. Tre, quattro, cinque, schizzi copiosi e liberatori.
Il dottore venne poco dopo me: abbandonatomi sul lettino sentii distintamente il cazzo che si svuotava nel mio culo facendomi provare un senso di appartenenza e di passività unici.
Ci ricomponemmo senza dire una parola.
-E’ tutto a posto. Ci vediamo tra sette mesi per un nuovo controllo. Può pagare alla segretaria: sono settanta euro-.
Pagai settanta euro per essere inculato ad hoc come la più passiva delle puttanelle.
Quella sera scopai mia moglie con una particolare intensità.
Quasi come se avessi voluto provare invano a regalarle quella sensazione di possesso che avevo provato con lui.