martedì 15 febbraio 2011

Racconti gay: Ricordi e voglie che tornano 5

Il giorno seguente ripensai all’accaduto e decisi che dovevo parlare con Carlo, dirgli quello che Ketty mi aveva spiegato e tranquillizzarlo.
Provai a cercarlo in giro senza successo.
Dopo qualche giorno lo incontrai all’associazione e fu lui a dire di volermi parlare.
“Puoi venire domani alle nove in casa mia, ho bisogno di parlarti ? ” mi chiese.
Accettai.
L’indomani puntuale mi presentai a casa di Carlo.
L’invito mi aveva fatto piacere, pensavo che avremmo chiarito e avrei messo in paratica il consiglio di Ketty di astenermi dagli eccessi e controllare il mio vizio, ma nello stesso tempo la cosa mi intrigava.
Rivedevo “la bestiolina” svettare da quella massa di pelo nero e il desiderio di riassaporarlo con le mani e con la bocca mi eccitava.


Pensai comunque che fossero solo fantasie, Carlo viveva in famiglia e a quell’ora c’era sempre gente in casa.
Carlo venne ad aprirmi in calzoncini e maglietta, mi disse di seguirlo in camera.
Si sedette sul letto e mi fece sedere di fronte a lui.
“Michele io non sono ricchione!” esordi il ragazzo.Gli feci segno di abbassare la voce temevo che qualcuno ci ascoltasse.
“Non c’è nessuno in casa mia madre e mia sorella sono al mercato del Giovedì e abbiamo tutto il tempo di chiarire.” Disse Carlo rispondendo al mio invito..
La cosa mi colpi e sentiii una strana sensazione di eccitazione che mi è sempre venuta nelle situazioni di sotterfugio e pericolo.
Sentii salirmi al naso uno starnuto, segno inequivocabile dell’eccitazione.
“Quello che è successo fra di noi non significa niente.” Riprese.
“Sono stato dalla signora Letizia, che mi ha fatto chiavare e ho chiavato come sempre.
Le ho raccontato quello che era successo, attribuendo il fatto ad un altro ragazzo e lei mi ha detto che non significa nulla.E’ solo un vizio, un brutto vizio che non bisogna prendere.”
Disse tutto di un fiato, guardandomi negli occhi come a trovare il mio assenzo.
“Io non voglio più farlo e tu devi promettermi che non parlerai con nessuno di quello che è accaduto tra noi.”
Gli dissi che anche io avevo avuto la stessa spiegazione, senza entrare nei particolari, e che anche io non volevo più fare cose di quel genere.
Mentivo i discorsi del ragazzo e la sua prostrazione mi avevano eccitato: lo volevo!
Volevo di nuovo fare sesso con Carlo.
Sentii che quell’appuntamento in casa sua di Giovedì, giorno di mercato, non era casuale
E che Carlo come me voleva abbandonarsi al “vizio”.
Ancora una volta mi toccava fare il primo passo per godermi il nuovo amante.
Mi alzai e mi avvicinai al ragazzo, ancora seduto sul letto.
Il mio ventre era all’altezza del suo viso.Allungai una mano sui capelli riccioluti e lo accarezzai.
“Hai ragione, non dobbiamo prendere questo vizio.” Dissi “Peccato che è una cosa da non fare, perché è stato molto bello.” Dissi mentre la carezza si era estesa al viso.
Carlo esitò un attimo ma poi mi cinse il bacino e mi abbraccio, abbandonando il viso sul mio cazzo.
Benché avessi i pantaloni il contatto con il viso del ragazzo mi procurava eccitazione ed un principio di erezione.
Carlo senti l’erezione e si strinse ancora di più.
“Non andare, ti prego aspetta!” sussurrò.
Gli presi il capo fra le mani e lo strinsi ancor di più contro il mio bacino, movendomi in ogni senso per fargli sentire l’erezione che diventava sempre più possente.
Carlo si liberò del mio abbraccio e prese a guardarmi con tenerezza, mi apri i pantaloni e libero il cazzo da ogni prigionia.
Lo aveva impugnato alla radice e se lo portò alle labbra, io spinsi e lui lo fece entrare in bocca iniziando a leccarmi dolcemente.
Mi sentii in colpa pensando che il proposito di Carlo era serio ed io approfittando dell’ascendente, che ormai avevo su di lui, lo avevo portato a violarlo.
Ricacciai indietro ogni pensiero e mi concentrai sulla bellissima sensazione che Carlo mi dava usando la lingua sulla mia capocchia.


Ero talmente eccitato che sentii arrivare l’orgasmo, ma era troppo presto per porre fine ad una situazione perfetta, un letto tutto per noi e la tranquillità di una casa vuota.
Gli sfilai il cazzo da bocca, arretrando il bacino.
“Scusami !” disse subito Carlo “ pensavo che anche tu volessi!”
Lo guardai sorridendo.
“Certo che lo voglio, ma spogliati” gli risposi e iniziai a spogliarmi.
In un attimo fummo nudi e ci stendemmo sul letto di Carlo, che aveva ripreso sicurezza.
si sollevò sul fianco, puntando un gomito, mentre io rimasi supino.
“Michele ti voglio cosciare come l’altra volta” disse a voce bassissima.
“Lo vuoi mettere nella mia pucchiacchella ?” gli risposi ridendo.Dei due ero sicuramente il più sfacciato, ma il più controllato.
“Aspetta un momento, devi prima eccitarla” soggiunsi. Capivo che Carlo voleva che fossi io ad avere il ruolo della femmina, aveva bisogno di sentirsi maschio “penetratore” di fighe.
La cosa non mi dispiaceva volevo però le sue attenzioni.
Mi ripiegai a fatica il cazzo e le palle fra le cosce e gli dissi di accarezzarmi come faceva (se lo faceva) con la signora Letizia.
Mi portò una mano fra le cosce iniziando a carezzarmi come se avessi il clitoride e con la lingua prese a leccarmi un capezzolo.


Certo che anche Carlo aveva la sua esperienza.
Io, intanto, mi ero impadronito della “bestiolina” il corto e grosso cazzo di Carlo.Lo impugnavo saldamente masturbandolo lentamante.Lo lasciavo solo per agguantare le palle e stringerle fra le dita.
Dopo il capezzolo Carlo mi lecco la pancia e scese tra i miei peli pubici come a cercare il mio clitoride.
La cosa mi eccitava, allargai le cosce e il cazzo usci dalla prigione in cui lo avevo costretto, andando a sbattere sotto il mento del ragazzo.
Carlo lo riprese in bocca e comincio a farmi un bucchino con la stessa intensità di qualche attimo prima.
La sua bocca e le sue labbra erano delicatissime e la lingua lieve nel percorrere la mia capocchia.
“Chiavami” dissi sotto voce e il ragazzo si tirò su iniziando ad umettarsi il cazzo, lo stesso feci io con le cosce.
Mi prese lo scroto con una mano sollevandolo e mi chiese di chiudere le gambe, poi si abbasso su di me e mi infilo il cazzo duro fra le cosce. Lo accolsi e strinsi le cosce per sentirlo.
“Signora! Avete una bella pucchiacca” mi sussurro ridendo e iniziando a cosciarmi.
Era bellissimo sentirsi quel maschio addosso stantuffarmi come se veramente avessi la pucchiacca.Con le mani gli artigliai le natiche assecondando il suo movimento e tirandomelo addosso con forza.
“Sei una puttanella Michele! Una bella puttanella!”Mi sussurrava Carlo mentre mi leccava il collo e le orecchie.
Ero eccitatissimo, il mio cazzo era una verga durissima e si induriva di pù ad ogni colpo del ventre del ragazzo.
“ Si ! Soono la tua puttanella! Ti faccio cosciare quando vuoi, ma mi devi promettere di darmi sempre il tuo cazzo!.
“Si ! Si!” diceva Carlo.
L’orgasmo era vicino e venne.
Carlo mugolò ed emise il primo getto di sperma fra le mi cosce, poi si sollevò impugno il mio pesce e continuo a scaricarsi sul mio ventre.
Lo sperma bollente mi colpì le palle, i peli, il cazzo, e anche il mio pesce, masturbato da Carlo, vomitò il suo.
Ero, ormai in estasi.Guardavo i nostri ventri, e i nostri cazzi vomitare quel liquido bianco cremoso che si spargeva ovunque.


 Carlo mi crollo addosso cercando di baciarmi la bocca. L’eccitazione era enorme, sentivo lo sperma caldo, compresso dai ventri spandersi e rendere tutto scivoloso.
Cedetti, aprii la bocca e la lingua di Carlo mi penetrò.
Sentivo sulle sue labbra e sulla lingua il sapore del mio cazzo. Bellissimo!.
In seguito ho sempre baciato a lungo e a fondo le femmine ogni qualvolta mi hanno fatto un bucchino.
Il ragazzo mi baciava e le sensazioni erano come quelle provate con Ketty.Allungai le mani per stringerlo e lo presi per le natiche.
Una mano fini più dentro e un dito sul suo buco del culo.
A quel contatto Carlo ebbe come un scossa e spinse verso il mio dito.
Stacco la bocca dalla mia e prese ad assecondare il mio dito.
La cosa mi raffredò e inizia a spiare il ragazzo.
“Infilami il dito nel culo” Mi sussurrò Carlo “Ora voglio essere io la tua puttanella”.
La cosa non era facile, non eravamo esperti e il dito faceva fatica ad entrare. L’istinto aiutò Carlo, che si umettò il dito con il nostro sperma e se lo spalmò sul buco del culo.
Un attimo dopo il mio dito scivolò nel culo strettissimo di Carlo.
Il ragazzo, che era ancora disteso su di me, inizio ad assecondare il mio movimento con colpi che mi facevano penetrare sempre più in fondo.
Mi sentii oppresso e non sapevo se quello che facevo mi piaceva, sfilai il dito e spinsi Carlo di lato.
Rimanemmo supini ed io presi a passarmi la mano sul ventre umido del nostro sperma, mi accarezzai la capocchia con un dito.La sensazione era bellissima.Lo sperma rendeva scivoloso il dito e le carezze erano lievi.
“Michele lo voglio prendere nel culo!” disse Carlo”Voglio sentirlo”.
“Dopo, ora no!” risposi con fermezza.
Ero interdetto, incerto non sapevo e non capivo se desideravo davvero di fare quella cosa.
Mi sollevai e chiesi a Carlo come potevamo pulirci.
“Ti sei arrabbiato?” Chiese Carlo “Non volevo!”
“ Non sono arrabbiato “ risposi “ma voglio pulirmi.”
Presi il fazzoletto e la passai a Carlo, che mi pulì con attenzione, lo stesso feci io con lui, baciandogli leggermente “la bestiolina” che se ne stava moscia sulla pancia di Carlo.
Ero stato cosciato e avevo dovuto penetrarlo, senza che godessi dei miei piacieri.
Avevo solo maneggiato un pochino la verga e invece ne avevo voglia.
Abbassai il viso e iniziai a baciagli e leccargli il peli del cazzo.Erano umidi e intrisi di sperma, il mio il suo. Il sapore mi piaceva e l’odore mi eccitava.
Scesi, come la prima volta, sotto le palle e mi dedicai a loro succhiandole e leccandole dolcemente.
Con la mano carezzai il pesce di Carlo che inizio ad inalberarsi e con l’altra mano presi il mio.
Prima che il cazzo corto si intostasse lo bacia e lo inboccai, era bellissimo sentirselo ancora moscio in bocca e mi godetti la sensazione e il sapore sotto il palato.
Le reazione fu rapida, il calore della mia bocca, intosto la giovane verga e presi a leccarlo.
Gli insegnamenti di Ketty mi tornarono alla mente e mi spostai sino a mettere il mio cazzo sulla faccia di Carlo, che lo ingoio.


 Stretti così in un sessantanove carnale, ci prendemmo i nostri piaceri.
Io con fare parossistico passavo dal cazzo alle palle e poi di nuovo al cazzo, Carlo invece dopo avermi portato all’erezione, si sfilo il mio cazzo dalla bocca e parti con la lingua.Prima le palle e poi scivolò verso il buco del culo, che prese a leccare con attenzione e decisione spingendo la punta della lingua come a penetrarmi.
La cosa prima mi piacque, ma poi mi diede fastidio.
Io ero vizioso, ma Carlo era ricchione.
Io non provavo quella stessa attrazione per il culo, lui ne era magnetizzato.
Ero eccitato, ma mi vennero in mente le immagini delle pucchiacche di Ketty, di Anna e di Nunzia.
Cominciavo a sentire il desiderio di infilare il cazzo nella fessa.
Allora pensai di provare se il culo di Carlo mi avrebbe dato la stessa sensazione della pucchiacca.
Mi staccai e mi affiancai al ragazzo lo spinsi di lato e gli misi il cazzo tra le natiche, convinto che sarebbe entrato, come entrava nella pucchiacche lappose e aperte.
Carlo cerco di assecondarmi, lo voleva, voleva provare il piacere di un cazzo nel culo.
Niente da fare non entrava.
Carlo si alzò e mi disse di attendere un attimo avviandosi di la.
Tornò dopo un momento con un piattino nel quale aveva versato alcune gocce d’olio.
Mi diede il piattino si inginocchio sulla sponda del letto si divarico le natiche e mi disse di cospargere l’olio.
Feci quello che mi aveva detto e posato il piattino impugnai il cazzo per infilarlo nel culodi Carlo.
Aveva natiche pelose e il buco del culo era pieno di peli.
Mi sembrava una pucchiacca.Accarezzai con il glande il suo buchino, girandoci sopra la capocchia.
“Mi piace! Mi piace! “ diceva Carlo “ Dai prova !” e mi offri ancora di più il culo.
Poggiai la capocchia sul buco e spinsi.
Carlo si lamento, mala capocchia scivolo dentro.
Il culo era stretto e aveva strozzato la mia capocchia, che sentivo compressa tra quella carne calda.
“Hai un cazzo troppo bello Michele! Chiavamelo fino in fondo!” Carlo era partito.
Invece io ero freddo e distaccato lo spiavo, volevo capire se la cosa mi piaceva o meno.
Invece di spingere arretrai e Carlo espresse il suo disappunto.Infilai di nuovo la capocchia nel
Culo del ragazzo, ma senza affondare.
Presi a muovermi copulando con quel culo, ben attento a non penetrarlo completamente.
Carlo godeva come Ketty quando mi diceva di chiavarla, si era preso il cazzo con la mano e si masturbava violentemente.
Anch’io sentivo salire l’eccitazione, ma senza raggiungere livelli altissimi.
Il movimento della copula mi stava chiamando l’orgasmo e sentivo lo sperma salire.
“Dai chiavamelo tutto in culo! “ mi incitava Carlo, che con colpi di bacino tentava di infilarselo sino in fondo, ma io ammortizzavo quei colpi e rimanevo padrone della situazione.
Quando lo sperma arrivò all’orifizio del mio pesce lo sfilai dal culo di Carlo, spinsi via il ragazzo, gli montai sul petto e sfacciai .Venni copiosamente inondandogli la faccia di sperma.
Mi lasciai cadere sul letto e rimasi immobile.
Carlo lecco avidamente le gocce di sperma finite sulle sue labbra e raccolse con le dita il resto.
Si spalmò lo sperma sulla “bestiolina” e si masturbò.Gli allontanai la mano e con la mia accompagnai quel cazzo animale all’orgasmo, che fu quasi immediato.
Sentirlo duro e caldo nella mano e vederlo esplodere fu bellissimo.
I getti di sperma furono potenti e copiosi.Lo accarezzai fino a far uscire l’ultima goccia e quando inizio a ritirarsi non resistetti al desiderio e lo imboccai.Volevo la “bestiolina” in bocca
volevo sentirne la morbidezza sul palato.
Qualche altra piccola goccia di sperma mi bagno la bocca e diede ancor più un sapore animale al cazzo di Carlo.
Rimasi così qualche minuto, con in bocca il cazzo del ragazzo che diveniva sempre più piccolo e morbido.
“ E’ stato davvero bello! ” disse Carlo accarezzandomi la testa.
Mi allontanai dal cazzo del ragazzo salutandolo con un bacio sulla capocchia e mi stesi di fianco a lui.
“ Ti è piaciuto ? “ mi chiese accarezzandomi il ventre e le cosce “ Io ho goduto molto quando mi hai chiavato. Sei bello e hai un cazzo splendido”.


Non risposi.
Non tutto quello che avevamo fatto mi aveva dato soddisfazione. Inculare Carlo mi aveva turbato e dovevo capire le motivazioni di questo turbamento.
Mi alzai e chiesi dove era il bagno.
Carlo mi accompagno e quando mi vide aprire il rubinetto mi chiese se andavo via.” Abbiamo ancora un ora, prima che torni qualcuno” disse “Rimani ! “.
Mentii dicendo che avevo da fare e presi a lavarmi.
Carlo allontano la mia mano dal cazzo e prese a lavarmi con dolcezza, poi si inginocchio e mi prese il cazzo in bocca per asciugarmi le gocce d’acqua.
Mi rivestii e mi avviai alla porta.
“ Fammi conoscere la signora Letizia “ gli dissi “ Mi piacerebbe di chiavarla!” .
“ Ma non saprei , potrebbe arrabbiarsi“ rispose Carlo titubante.
“ Dai prova “ lo incalzai “ Quella è un zoccolone e forse chiava con tutti e due insieme !”.