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domenica 28 agosto 2011
Racconti gay porno gratis: IL FIGO DEL MAGISTRALE
Avevo da poco subito un intervento di appendicite, tornato a scuola, terzo anno di magistrale, il prof. d’italiano aveva assegnato alla classe un compito di ricerche per un testo che parlasse della mia città.
Giuseppe si propose di fare gruppo con me, anche se non avevamo un rapporto idilliaco ci sopportavamo appena in classe, di ricercare foto degli anni passati inedite anche amatoriali sulla mia città.
Il prof. accetto l’idea, io non dissi nulla, per quello che dovevamo fare il tempo che dovevamo passare assieme potevo sopportare, ogn’uno per se, ma non andò cosi.
Un giorno mi propose di andare in campagna da lui, per rovistare nelle scatole e mobili vecchi di sua nonna, quella che chiamava campagna era un discreto casolare trasformata in una villetta.
Ci recammo il giorno dopo, ricordo era di domenica e iniziammo a rovistare nei tiretti e cassapanche varie trovammo parecchia roba.
Lui era uno dei cazzi più ambiti dalle ragazze dell’istituto, a me piaceva, non avevamo un rapporto d’amici, semplici compagni di classe, non nego di essermi fatto qualche sega pensando a lui negli spogliatoi della palestra o di quella volta al mare l’estate precedente, quando ci incontrammo in spiaggia.
Si vociferava che anche la prof. di educazione fisica delle ragazze ci fosse stata, cosa poi smentitomi da lui.
Un difetto aveva, se si scopava una, ai più stretti amici gli raccontava tutto.
Entrai a far parte dei suoi eletti, non so…, la circostanza, inizio a raccontare di come e quando si scopò Angela, Elvira..., quello stronzo si scopò gran parte dell’istituto, ed era varo.
Pero notai che in una descrizione non parlò di figa, gli chiesi
“ma non glie l’hai messo in figa”
e lui
“… non potevo…”
dopo mie insistenze e varie probabilità, inizio a farfugliare qualcosa di incomprensibile, dopo un po’ mi disse come se si vergognasse a basa voce
“Gaetano delle 3°B”
quel ragazzo effeminato ufficialmente gay.
Dopo poco forse per paura che lo sputtanassi inizio o rompermi le palle con
“mi raccomando acqua in bocca, no farti scappare niente con nessuno“
e con un sguardo serio un po’ di minaccia
“altrimenti so come fartela pagare.”
Pensai: e che so scemo ho tra le mani il cazzo più ambito da mazzo istituto e mo lo lascio scappare.
Dopo avergli assicurato che nessuno l’avrebbe saputo nessuno andammo via, durante il tragitto 5 min. sullo stesso motorino io dietro di lui
“mi raccomando e…”
Anche il giorno dopo a scuola
“mi raccomando…”
Gli scatoloni erano tanti e tutti pieni di polvere tornammo il lunedì pomeriggio, stavo seduto alla ricerca di queste cazzo di foto con lui che non perdeva un attimo per ricordarmi di stare zitto.
Mi alzo di scatto, non so dove o trovato il coraggio, gli porto un dito sulle labbra per invitarlo a stare zitto e una mano sul pacco, i nostri nasi erano talmente vicini da sfiorarsi, a questo mio gesto i suoi occhi marroni si sono sgranati e l’occasione … un bacio a stampo gli ho dato , mentre gli sbottonavo prima la cinta e poi tutto quello che restava, lui immobili senza una parola, mi lascia fare, mi abbasso all’altezza del suo uccello gli tiro giù i pantalone fino alle ginocchia facendolo restare in mutande ed iniziai a mordergli delicatamente il cazzo ancora moscio, gli e l’ho tiro fuori e gli faccio posto in bocca, lo sentivo diventare sempre più grande.
Lo spompino un po’ il tempo di farglielo indurire, mi alzo, mentre inizio a sparargli una sega mi avvicino all’orecchio come se non volessi farlo sentire a nessuno e gli sussuro
“se vai a fondo tu, ci vengo anch’io…“
lui capisce subito e la smette di assillarmi, con le sue para noie.
Il tempo di farlo venire… uno schizza bianco a terra, un getto lontano, un altro più vicino, ed uno che termina con lo sbavare sulla mia mano , mi bagno un dito del suo seme caldo e mi inumidisco le labbra e poi gli do un altro bacio a stampo, lui non oppone nessuna resistenza anzi… noto poco dopo che si lecca le labbra.
Durante il tragitto poche parole nulla di quello che era successo.
Qualche giorno dopo esce una nuova panca, in cui non abbiamo visto e che sicuro ci dovevano essere delle foto, era talmente impaziente di andarci che abbiamo marinato la scuola.
La situazione mi puzzava ma non volevo fantasticare, entrati non si trovava questa panca, qual’era
“non c’è nessuna panca voglio solo scoparti…”
parole magiche attese da tempo non so… iniziai a baciarlo, questa volta non a stampo gli ficco subito la lingua in bocca senza fatica, mentre gli sbottono la cinta e gli sfilai il maglione, lui restava fermo lo spinto in modo che cadesse sul divano dietro di lui e gli sfilo i jeans con le scarpe ancora ai piedi, inizio a leccargli i capezzoli turgidi, il torace poco villoso gli addominali poco sviluppati ma si notavano, gli baciai i peli del pube e poi l’asta, non era grande particolarmente, sai quando si raccontano queste storie per magia sono sempre aste 20,23 cm. La sua era normale più grossa della mia forse ma nella norma ero il contorno che vedendolo nudo era uno spettacolo.
Iniziai a leccare dalle palle fino alla cappella… delicatamente… lentamente, lo faccio entrare in bocca e poi lo ritiro fuori, gli succhio solo la cappella. Lo sentivo ansimare il suo respiro diventava sempre più possente.
Mi fermo un attimo il tempo di spogliarmi e subito di nuovo all’ opera, la mia bocca sul suo cazzo, mentre continuo il mio pompino, gli prendo la mano e la porto sul mio cazzo in tiro all’inizio ha fatto un po’ di resistenza poi si è lasciato andare, e inizia a segarmi
mi dice di non averlo mai preso a nessuno, con il suo coso ancora in bocca
“c’è sempre la prima volta,”
continuo a farmelo segare e dopo un po’ gli lascio il cazzo gli metto una mano dietro la testa e la spingo verso il mio cazzo sempre più voglioso della sua bocca.
Anche questa volta oppone resistenza ma si lascia andare nuovamente.
Impacciatamente inizia a succhiare come se stesse succhiando un ciuccio da neonato mi dava anche un certo fastidio in principio, poi gli spiego e gli faccio rivedere come fare lui subito apprende.
Ci spostiamo a terra per stare più comodi mettendoci a 69, tenendo il suo cazzo in bocca e lui mio inumidisco l’indice e iniziai a giocherellare tra le sue chiappe intorno al buco, lui opponeva resistenza stringendo le chiappe ed io mi eccitavo di più.
Nel fra tempo ha imparato a spampinarmi inizio ad ansimare con piacere tanto di accorgermi che stavo per venire, mi fermo, mi inumidisco con la saliva il mio di buco e mi ci siedo sopra facendomelo entrare tutto, in principio provai un forte dolore ma non da farmi desistere, iniziai a muovermi su e giù in modo da farmi scopare, sentivo il suo cazzo entrarmi fino in fondo lui ansimava come un…, io credo più di lui, il suo respiro diventava sempre più affannoso, muoveva i fianchi su e giù in modo che il suo cazzo entrasse il più possibili dentro di me fino a sentire il suo respiro rompersi in mugolii e forti respiri mi stava venendo dentro continuai a muovermi su di lui ancora più veloce fin quando il suo cazzo si è afflosciato e mi è uscito da solo fuori dal culo, mi guardò fisso.
“ non lo mai fatto non farmi male… inculami voglio essere inculato voglio essere rotto il culo…”
Si mette a pecora appoggiandosi al divano, inizio da prima a leccargli il suo buco vergine, esperienze a lui nuove si abbandò sul divano gemeva pronunciando parole incomprensibili spezzate da gemiti, quando lo sento pronto gli punto il mio cazzo e gli entro, all’inizio con difficoltà e sento che gli fa male, insistendo un po’ prima la cappelle e poi tutto il fuso, gli sono dentro, preoccupato che gli facesse molto male come prima volta.
“smetto“
E lui
“ti spacco la faccia se smetti”
inizio a muovermi piano, più veloce, ancora di più sempre di più, lui allunga le braccia dietro di me e mi spinge verso di lui in modo che gli sono il più possibile dentro.
Inizia a gemere, forse più di quando era lui dentro di me, mi sentivo strano non so… stavo inculando il ragazzo tanto ambito da tante ragazze e tenerlo sotto di me mi faceva godere di più.
Lo faccio sdraiare pancia a terra e gli sono sopra gli entro dentro, senza fatica questa volta, lo sento ansimare, gemere.
“scopami, ancora…, dammelo tutto…, si … spingi cazzo moscio…, lo voglio tutto… dammelo tutto.”
Inizio a sentire il conato di sperma salirmi dai coglioni fino alla punta, con una forte inspirata gli comunico che gli sto venendo dentro lui mi invita a non smettere a non fermanmi, fin quando il mio cazzo gli esce da solo dal buco ormai in anime.
Andiamo in bagno ci diamo una pulita e andiamo via.
Le foto le abbiamo cercate tante altre volte ancora all’inizio sempre più frequenti per un annetto e dopo sempre più di rado fino a non cercarle più.
Adesso quando ci incontriamo a stento ci salutiamo .
Ma posso dire a voi che il figo del magistrale anno 88/89 melo sono scopato io per prima e forse sono stato anche l’unico.