Calcio, calcio, no no! Così mi uccide! Merda! Colpisci con il pugnale dai, affonda, potere speciale del Principe. D’oh, ho perso, sabbie del tempo, torna indietro. Cazzo, questi giochi sono difficili, non ci capisco un piffero! Passo il joystick a Giulio, continua a giocare lui, io sono un tantino negato. Mi butto indietro e appoggio la testa al divano, sono stanco morto è da due ore che giochiamo e tentiamo di completare i livelli di Prince Of Persia. Io sinceramente preferisco i platform tipo Crash o Spyro, ma devo dire che con la PS3 tutto è più bello, questo gioco è appena uscito e devo dire che vale quei 70/80 euro.
Anche Giulio si stufa e allora prendo dalla borsa il secondo gioco che abbiamo preso al negozio oggi pomeriggio: Sailor Moon, anche questo appena uscito e con un prezzo non proprio basso. Lo inserisco nella consolle e vediamo un riassuntivo delle sigle del cartone animato, ihih, troppo bello. “Petali di Stelle lassù nel cielo blu…”. Comincio a giocare, il gioco è incentrato su tutte e cinque le serie quindi cominciamo da Bunny che trova grazie a Luna, una gatto parlante, il cristallo di Luna. Mi perdo nel gioco, Giulio comincia ad accarezzarmi la coscia dolcemente, uhuh, beh per quanto sia interessante Sailor Moon non posso che prestare attenzione al mio diavolo tentatore. Faccio per spegnere il gioco ma, -No, non spegnere, continua a giocare, è più divertente…-. Sorrisone. Come posso dirgli di no? Continuo allora a giocare e lui ad accarezzarmi ora sulla gamba, ora sulla schiena. Non capisco nemmeno cosa faccio nel gioco e non mi interessa molto, passa poi ai bacini sul collo. Sono dolci e attenti per non cercare di distrarmi troppo da Sailor Moon, anche se io ormai non ci faccio più caso. -Togliti la maglietta dai…-, metto il gioco in pausa e tolgo la maglietta, poi mi rimetto a giocare. Lui continua, anche se con più foga. Mi si inginocchia d’avanti e mi sbottona i jeans, mi alzo un po’ e me li sfila, se ne vanno anche i boxer, rimango a giocare a Sailor Moon nudo. Le sue carezze si fanno più intense, abbandono Sailor Moon al suo destino e comincio a baciarlo, mi faccio coraggio e apro la bocca, faccio uscire la lingua e lecco le sue labbra. Sembra sorpreso ma le dischiude, cominciamo a baciarci e ad accarezzarci la lingua, è un bacio dolce e passionale. Il nostro primo bacio con la lingua. Gli tolgo la maglietta e i jeans, mi inginocchio e lo spingo sul divano, i boxer volano via. Il mio chupone mi si presenta davanti già in forma smagliante, lo afferro e lo ingoio completamente. Lui intanto gioca con i miei capelli, li gira tra le sue dita emettendo gemiti. È molto eccitato e dopo poco viene. Ora tocca a me accarezzarlo, comincio dalle spalle forti e scendo ai pettorali, giochicchio con i capezzoli e li tiro, sembra apprezzare. Passo agli addominali, mi sto eccitando e credo che lui lo noti, lo guardo negli occhi e come sempre mi perdo nel suo sguardo. Lo sfioro e lui sussulta, l’ho toccato sulla coscia, scopro che è il luogo in cui maggiormente soffre il solletico. Sono questi piccoli dettagli che me lo fanno piacere sempre di più, non resisto più e gli dico: -Ti prego, fai qualcosa…-. Mi solleva e mi mette al suo posto sul divano, piacevolmente riscaldato da lui. Comincia a leccarmi una palla, ma un dolore atroce mi pervade, lo fermo, lui si concentra sull’altra. È molto piacevole, come una scossa che prende l’inguine. Continua così per un po’, io sono completamente abbandonato al piacere e accarezzo i suoi capelli morbidi. Passa poi al chupo, lo inforca e lo scappella, con la lingua comincia a disegnare forme a spirale, passa poi ai lati. “I can’t believe I’ve been touched by an angel with love…” mi tornano in mente queste parole della canzone di Celine Dion. Comincia a succhiare e pompare, ci sa fare il ragazzo.
Mi concentro sullo schermo dove vedo Sailor Moon ormai morta e tento di ricordarmi gli episodi, faccio questo per prolungare la resistenza e non venire subito. Il piacere è al massimo è sento la scossa, segnale che da lì a poco sarei venuto, lui si stava veramente divertendo e allora comincio a ripetere Aristotele, le cause del movimento. Funziona! Il piacere rimane ma ritardo di un po’ il tutto, alla fine non ce la faccio più e vengo nella sua bocca. Sento uscire dalle sue labbra due parole che agiscono come una bomba:
-Ti Amo-.
Lorenzo: bene, è tutto pronto e posso andare. Esco di casa e prendo il mio motorino, uno scarabeo 50 verde, detesto il suo colore ma è un mezzo affidabile. Due sere a settimana vado con Daniela a ballare. Arrivo e parcheggio, mi dirigo all’entrata e vedo due ragazzi che parlano, cerco di passare inosservato come al solito. -Ciao Lorenzo…- guardo il ragazzo che ha parlato, è Cesare. Con lui c’è uno che vedo sempre ballare, anche se non ricordo il nome. -Ciao…-, le mie risposte sono sempre molto lunghe. -Come mai qui?- mi chiede con un sorrisetto. -Ballo con Daniela, due sere a settimana-.
-Wow, anche Simone balla qui, lo conosci?- mi chiede, ecco come si chiamava!
-No, non lo conosco, ma l’ho già visto qui-.
-Beh allora, Simone Lorenzo, Lorenzo Simone” ci presenta velocemente, allungo la mano verso il ragazzo e stringo la sua, alzo gli occhi. I suoi occhi sono di un marrone dolce e caldo, immensi, infiniti, emanano una bellezza estrema. Quegli occhi ora mi stanno fissando increduli, le mie mani sono sui suoi avambracci e lo sto fissando a un centimetro di distanza. Appena mi rendo conto della cosa, perdo i sensi e cado.
Cesare: oh cazzo! È svenuto!
-Simo aiutami a portarlo dentro, stendiamolo su una panca negli spogliatoi, che pagliaccio- chiedo. Lo prendo per le braccia e Simone dalle gambe, lo portiamo dentro e lo facciamo sdraiare. Gli do delle sberle leggere e piano piano rinviene. Mi guarda un tantino spaesato, lo tranquillizzo. Simone sembra stranito, lascio Lorenzo a riposare ed esco.
-Bene, si è ripreso, che cazzo gli ha preso prima?- mi chiede Simone.
-È molto timido, probabilmente si è sentito mancare e si è aggrappato a te.-
-Ok, capito, non è che volesse guardare i miei bellissimi occhi vero?-
-Simo, vaffanculo…- gli rispondo.
-Cesare, vaffanculo…-
Gli sorrido e lo saluto, lui va alla sua lezione di ballo e io vado da Lorenzo. È ancora steso, lo aiuto ad alzarsi e gli faccio prendere il casco dal motorino, -Ti porto a casa io, ho il 125 qui, tu non guidi-.
-Ok…-.
Sale lentamente e partiamo, arriviamo a casa sua in cinque minuti. Lui scende e si volta a guardarmi, mi chiede se voglio entrare dato che sua mamma è al lavoro, avrei un appuntamento con Giulio ma accetto. Entriamo, una palla di pelo bianco mi arriva addosso, è un cane, -Lei è Luna…-. Le prendo la zampina, la scuoto e lei se ne va, siamo nell’entrata, alla mia destra ho due porte e altrettante a sinistra, lui imbocca la seconda a destra e arriviamo nel corridoio, la prima a sinistra e siamo nella sua stanza, mi offre una sedia. Mi siedo alla scrivania di fronte al computer, lui sul letto. A casa sembra molto più tranquillo e sicuro di se, comincia a raccontarmi di lui, delle sue passioni e della sua musica preferita. È un amante del ballo e sta cercando una ballerina. Io lo lascio parlare, continua a vomitare informazioni su di sé, lo interrompo solo quando mi arriva un messaggio.
Amore, mi raccomando, non sopporterei di perderti, un bacione.-
Quando fa il melenso è detestabile, ma il messaggio mi fa piacere. Lorenzo sposta il discorso su Simone, e mi chiede come mai lo conosco, dove l’ho conosciuto, come, quando, perché. Gli racconto di averlo conosciuto il sabato precedente alla festa studentesca all’Ellegibò, -Ero seduto con Giulio ed amici quando Simone ed i suoi amici si sono seduti al tavolino accanto al nostro, in sostanza bevendo e scherzando abbiamo cominciato a parlare tutti insieme. Il vero incontro con Simone è però stato quando hanno messo “4 Minutes” la nuova canzone di Madonna e Justin Timberlake. Nessuno voleva andare a ballarla quindi siamo andati io e Simo, ci siamo divertiti una botta. Lui era davvero bravo a ballare e allora gliel’ho detto, così ho scoperto che ballava al Dancehall. Stasera avrei dovuto andare a vederlo per poi decidere se unirmi a lui o meno. Ma invece eccomi qui con te! Che ti è preso comunque?-
-Non lo so, mi sento davvero attratto da lui, e poi i suoi occhi…- mi risponde.
-I suoi occhioni grandi grandi? Sì non sei il primo, anche io gliel’ho detto, comunque fatti avanti con lui, è un bravo ragazzo, penso che gli piaceresti-
-Dici? Da come mi guardava non sembrava proprio, e poi chi dice che gli piacciono i ragazzi?- mi chiede.
-Io… non ti basta?- risposta semplice.
-Oh, certo. Ma cioè, io non so cosa, e poi lui è, capito? Non posso… non voglio essere così…-
-Molto chiaro, che stai dicendo? Sei quello che sei, e comunque molti più ragazzi di quanti pensi sono bisessuali, anche se prendono in giro gli altri.-
-Ok, d’accordo, ma non mi va giù.-
-Bene, allora ti organizzo un appuntamento con Simone?- accompagno l’affermazione con un sorrisone trentadue denti.
-No no no! Sei fuori?- sembra shockato.
-Perché no? Comunque ok, come vuoi, adesso però devo tornare a casa, o mia mamma sclera.-
-Oh, ok. Ti accompagno alla porta-
Mi accompagna lo saluto con un bacino sulla guancia e gli prometto che il giorno dopo avrei portato in classe Simone, lui cerca di farmi cambiare idea, ma io me ne vado e gli dico: -Cadrà ai tuoi piedi, e sarai fiero di aver fatto vendetta contro tutte quelle arpie che vogliono i ragazzi più belli!-. E me ne vado.