domenica 2 ottobre 2011

Racconti gay porno gratis: autarchia

Giusto un paio di sabati fa, era un pomeriggio caldissimo e appiccicoso, tornando verso casa dall'ufficio mi sono fermato in un sexyshop. Conosci quella sensazione che ti prende allo stomaco e arriva in basso, all'inguine, quel calore che viene dall'eccitazione? Ecco, avevo lo stomaco stretto in una morsa e le mutande gonfie quando sono entrato nel sexyshop. Non c'è voluto molto al commesso per capire il mio imbarazzo, e mi ha accompagnato nell'area dei vibratori. Ero indeciso, tanta era la varietà di oggetti di piacere. Ne ho acquistato uno color carne, di dimensioni normali.

Arrivato a casa con il mio bel regalino, ero intenzionato ad aspettare la notte per masturbarmi, trascorrendo il resto del pomeriggio e la prima sera a in compagnia delle fantasie che mi eccitano maggiormente, per preparami al tripudio di godimento e di orgasmo che mi avrebbe travolto da lì a poco.
Quel sabato la mia immaginazione mi portò a una tra le mie fantasie favorite:
Ci siamo dati appuntamento a casa sua, dopo un lungo scambio di mail e foto in cui ci siamo descritti dettagliatamente. Mi apre la porta di casa vestito con jeans e maglietta. E' gentile, carino, avrà 30 anni, mi offre da bere per rompere il ghiaccio. Mi fa accomodare sul divano, lui si mette su un divanetto di fronte a me. Parliamo delle rispettive fidanzate, di vacanze, di lavoro mentre sorseggiamo il bicchiere di rhum che ha preparato per entrambi. Il caldo della sera estiva amplifica i fumi del rhum, rendendo l'alcolico un potente afrodisiaco che si concentrava e si faceva sentire nelle mutande.
Il caldo diventa un alleato prezioso: mi dice che si deve togliere la maglietta perchè sta iniziando a sudare. Mostra un petto glabro, non muscoloso e piuttosto magro. E' seduto di fronte a me, e con la mano inizia ad accarezzarsi i jeans, tra le gambe, si sbottona il primo bottone e lascia intravedere slip bianchi. Si accarezza i l petto, i capezzoli, che si inturgidiscono dopo averli pizzicati con le dita bagnate di saliva. Mi piace vedere un uomo che si masturba, e lui è di fronte a me, si cala completamente i pantaloni, si massaggia le intimità. Seduto davanti a me, si sfila gli slip e accavalla le gambe sui braccioli della poltrona. Ha le gambe aperte, il cazzo ritto e duro. Con le dita si massaggia il cazzo che inizia a versare qualche lacrima di sperma, le prime goccie. Se le porta in bocca, le assapora come miele dolcissimo, e con le dita bagnate e profumate prende a massaggiarsi l'ano. Prima ci gioca intorno senza penetrarlo, poi il piacere diventa quasi insostenibile, e affonda piano piano un dito nel buco. Va avanti e indietro con il dito, in un gioco ritmato che diventa sempre più avido di vizio e di calore. Con l'altra mano si masturba il cazzo, ansima e i suoi respiri profondi diventano singhiozzi accompagnati da spasmi di tutto il corpo. Prima sottovoce, e poi sempre più spudoratamente mi invita a fare come lui: "Vieni, dai, guarda che bel cazzo, ti piace? Mi tocco, ti piace come mi tocco? Fammi vedere le tue palle, voglio il tuo odore, voglio...".


Mi spoglio con foga, mi levo la maglietta, le scarpe, i pantaloni, le mutande. Mi tocco avidamente, inizio a lavorare sul mio uccello, respiro forte, mi penetro anch'io. Lui mi guarda, aumenta l'intensità della sua foga, aumenta la profondità della penetrazione delle sue dita , la velocità delle sue mani sul suo cazzo duro...esplode in un grido, esplode in una sborrata lunga e densissima, che gli arriva al volto, al petto, e dal petto gli cola tra le gambe.
Mi dice:"Aspetta, fai piano". Rallento, mi accarezzo i capezzoli e le palle, delicatamente. Lui si alza, si avvicina a me, si inginocchia, passa le braccia sotto le mie cosce, mi fa coricare a gambe aperte sul divano, inizia a leccarmi tra le gambe, sale fino al mio buco con la lingua, mentre mi passa la mano tra i capelli, sul petto. La sua lingua sale alle palle, sale all'uccello... Bastano pochi secondi, mi si inarca la schiena, una scarica di brividi, divampa la mia eccitazione, esplode la mia sborra schizzandomi sul petto. Lui mi sorride, mi passa un dito sul petto, nel mio seme, se lo porta alla bocca. Mi dice:" E' buono. Vuoi assaggiare il mio?". Ora tocca a me dargli piacere, e a lui godere delle miei mani e della mia bocca. Nudi, ancora bagnati dei nostri umori, non siamo sazi. Lo faccio coricare sul divano, con le mani cospargo il suo cazzo che ora riposa con il suo stesso sperma che lubrifica e spegne ogni attrito tra l'asta e le mie mani. Scivolo su e giù con la mano, il suo cazzo riprende vigore....


E così, le miei fantasie mi portano fino a sera; ho le mutande umide, la voglia di sesso incontenibile. E' buio oramai. Apro le tende di camera mia, vorrei che ci fosse qualcuno a spiarmi, il vicino di fronte, la dirimpettaia. Accendo la abatjour. Apro il cassetto chiuso a chiave. Mi preparo indossando slip e reggiseno nero con un pizzo rosso. Collant neri, un abitino nero anch'esso, senza maniche, lascia la schiena scoperta, è corto, arriva a mezzacoscia.
Adoro sentire il cazzo che si gonfia stretto in slip da donna. Adoro sentire gli slip bagnati, adoro sentirne il profumo quando li levo.
Mi accarezzo tra le gambe, lisce del nylon dei collant, spingo la mano sotto la gonna, sento il calore sprigionarsi dall'interno.
Sul comodino c'è il sacchetto con il vibratore appena acquistato. Lo scarto, lo accarezzo. Mi metto a pecorina, inizio a baciare il fallo finto, lo lecco, me lo passo sul petto. Con una mano da dietro mi tiro su la gonna, mi massaggio il sedere, scendo tra le gambe, mi tocco l'uccello soffocato dagli slip e dai collant. Tiro giù i collant, li lascio alle caviglie, tiro giù anche le mutandine che odorano di lussuria. Passo il fallo bagnato di saliva, mantenendo la stessa posizione da vacca, tra le natiche. La saliva mi bagna il buchino, ancora troppo stretto per il fallo. Mi sdraio sulla schiena, sfilo collant e mutandine, tolgo l'abito nero, resto in reggiseno, alzo le gambe, aperte e piegate a novanta gradi e pianto i tallori contro il muro. Mi bagno le dita di saliva e cerco il mio buchino, ci gioco, infilo un dito. Quel dito dentro è un tonico per il mio cazzo che subito sussulta insieme al mio stomaco. Il buco si dilata, verso dell'olio da massaggi sull'altra mano, la porto al mio culo, lubrifico bene. Lubrifico il vibratore, lo avvicino. Un piccolo sforzo per entrare.

Un colpetto delicato, poi un altro, e un altro più deciso. Entra. Il mio cazzo diventa più duro di quanto fosse mai stato, si bagna delle prime lacrime di sperma. Lo accarezzo, raccolgo il succo prezioso, il poco prodotto, lo assaggio, me lo passo sui capezzoli. L'ebbrezza è all'apice, inizio a masturbarmi il culo con il vibratore, e l'uccello con l'altra mano in una foga dionisiaca. Ansimo con tutto il corpo, la mente è ubriaca di sapori e odori, mi agito, ho fremiti di piacere, scalcio, stringo il buco del culo, esplodo. Lo sperma mi arriva al volto, alla bocca, al petto, sul reggiseno. Sette fiotti mi ricoprono lasciandomi esausto sul letto sfatto, sfigurato, sfinito, stravolto.

JT's 
Stockroom






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